09/10/10

Shangri, L.A.

Oggi ho sfogliato questo libro su Scribd, e ci ho trovata una immagine di

Lost Horizon di F. Capra (1936)

un titolo mai sentito nominare; qualche ora dopo, grazie alla corrente multimediale del torrent, ho visionato questo reperto con estremo interesse, benché la Shangri-La hollywoodiana non sia quella del famoso "mito", ma una sorta di remake messo in scena da un frate dall'ambiguo nome di Perrault (proprio come il favolista) che sullo schermo è impersonato dal patriarca degli attori Ashkenazisti, Shalom "Sam" Jaffe in versione buddista:

con il suo occasionale braccio destro H.B.Warner:

che aveva già fatto il Gesù Cristo per DeMille...
Pensando allo stesso contrasto che vediamo qui, fra una landa ghiacciata e inospitale e un paese della cuccagna soleggiato, per qualche motivo mi vengono in mente la Russia e la California...
Film prodotto dal regista assieme a un tale Cohn.

La storia è quella di un aereo che dirottato verso una regione inesplorata della Cina, cade

e i fortunatissimi sopravvissuti (tutti assolutamente illesi, tranne il pilota morto sul colpo) vengono presto soccorsi dagli indigeni e scortati in una valle nascosta dal clima temperato, rivierasco

E' facile trovare una analogia tra il Vecchio Mondo belligerante (su scala internazionale a quei tempi) e il Nuovo, placido, economico Mondo delle conquiste industriali che qualche erede di Abramo ribattezzò "la nuova Sion"; è pur vero che tutti noi -Gentili compresi- sogniamo una terra di quiete, aria balsamica e temperature gradevoli tutto l'anno;

Ma è anche vero che i kikes dell'epoca sapevano bene come spillare quattrini all'utenza, giocando la medesima carta del "sogno", in modo da potersi pagare il loro in contanti. On the nail.
Mentre i loro compaesani pagavano qualche sudata corona per vedere Ztraceny obzor e si riparavano dal gelo in uno squallido cinemino, gli impiegati della Columbia che uscivano dalla fabbrica dei sogni potevano andare a scaldarsi le ossa sulle spiagge di Malibu... sulle loro Cadillac. Bei tempi. L'unica cosa che ci può insegnare questa gente è che c'è una Shangri-La per ognuno di noi, e non è necessariamente a latitudini irraggiungibili; ce lo insegna anche con questo titolo, che accidentalmente tratta di Shangri-La, ma se l'utente prendesse coscienza della mostruosità che rappresenta l'industria dell'intrattenimento, attraverso tutti i titoli (perlopiù di qualità infima) prodotti ogni anno, l'Utenza intera godrebbe delle gioie di una Shangri-La globale....
Certo, il fatto che a Shangri-La non avrebbe modo di esistere qualcosa di simile a una utenza può creare qualche inibizione nella stessa... E non può succedere con chi l'ha creata, e provvede al suo intrattenimento...
Questo non succederà mai.

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