Song of the South di H. Foster & W. Jackson (1946)
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Film ritirato "permanentemente" dalla Disney -a causa dei suoi stereotipi razziali- nel 1970; ridistribuito nel '72, nell'81 e nell'86; perlomeno, il titolo originale non è "I racconti dello Zio Tom", che è invece quello della distribuzione Italiana, anche se il povero vecchio negro cantastorie si chiama Remus;
E certo può essere triste pensare che il Grande Paese sia diventato tale anche grazie al sudore, alle lacrime e al sangue di tanti poveracci Africani usati come bestie nei campi di cotone; ma è proprio così... O almeno, così dicono. Tanto vale ascoltare le loro canzoni agrodolci quando rientrano dalle fatiche quotidiane
(unico episodio filmato della loro esistenza alla piantagione, oltre i canti attorno al fuoco) e le storielle di Zio Remus
che allietano il cuore dei bimbi ricchi e trascurati, o poveri e infelici, grazie alle avventure di Brer Rabbit e dei suoi famelici predatori Brer Bear
e Brer Fox
che non lasciano dubbi sulle loro intenzioni, ma le rivelano con il solito surrealismo insano dei cartoons
dove l'antropizzazione dei personaggi interessa anche le loro abitudini alimentari, trasformandole in bestialità degne soltanto degli umani... Quello in cui si distingue maggiormente la bestia umana è anche il leit motiv comune alle storielle del bosco qui narrate, ovvero la possibilità di Brer Rabbit di fuggire da un destino atroce, e che nella logosfera del consumismo industriale e dei McDonald's è preclusa dall'inizio...
Ma a tutto questo, schiavismo, razzismo, carnivorismo e consumismo, gli spettatori ideali -i piccini- baderanno ben poco; ci sono canzoncine allegre, cartoni animati pressapoco perfetti, e un lieto fine che restituisce il sorriso a bianchi e neri, poveri e ricchi, maschi e femmine; e almeno per un istante anche al blogger. Giudizio: so f***ing Disney.
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