29/07/10

Specchio delle mie brame

Questa sera


Rhinoceros di T. O'Horgan (1974)


è una riduzione cinematografica dell'opera "assurdista" di E. Ionesco che sembra corrispondere letteralmente al termine -riduzione- laonde, pur rappresentando un mondo in cui tutti gli umani si tramutano in pachidermi non ci si prende la briga di inquadrarne uno, nemmeno se la trasformazione (quella di Zero Mostel) avviene in primo piano:

Questa è la faccia più pachidermica che venga mai mostrata allo spettatore, mentre tutti gli altri animali rimangono prudentemente fuori campo... Da notare che nel nel musical Born Again, tratto dalla stessa opera, vediamo i protagonisti del titolo ballare:

Photo: Jason Carr

la povertà della messinscena qui è di tale portata da aver praticamente cancellato questo titolo dalla memoria cinematografica. In che modo può essere interessante un apologo, una allegoria satirica della bestia (apparentemente ispirata a qualche regime politico non meglio definito) umana, dove i cittadini si trasformano in rinoceronti ...restando umani?!? Fermo restando che la raffinatezza allegorica del soggetto non ha nulla da invidiare a quella dei besti del titolo, questa è una devoluzione dal "Teatro dell'Assurdo" ad un cinema del ridicolo, che non è sinonimo di comico.
I tentativi di renderlo tale con qualche intermezzo slapstick

e a mal grado degli occhi sempre guizzanti di Gene Wilder

sono patetici.

La presenza della giovane Karen Black è motivo di un'imprevista riflessione sul mio punto più debole in assoluto, e il motivo della mia completa disfatta sentimentale, la eteroforia.


Potrebbe esserci un vulcano in piena eruzione, tra me e quello sguardo, e io sarei ancora pronto a correre verso di lei. Come ho già fatto. Più volte.
Me ne rendo conto, questa è stata ed è ancora oggi la qualità estetica in grado di schiacciare l'ultimo briciolo di buon senso in me; che sia considerata come anomalia, dalla medicina, è un fatto. Ma cosa sia in essenza questa rara peculiarità, cosa si nasconda dietro il termine "anomalia" e dietro la "persona" che suo malgrado ne è portatrice, o peggio, cosa questo davvero significhi per me, sono tutti misteri che non mi sarà facile svelare restando nel mondo delle parole.
Come tutti gli altri.

Qualcosa per cui morire volentieri: è una cosa rara per il blogger.
Ma evidentemente non è una cosa per cui vivere.


Nessun commento:

Posta un commento