è uno strano connubio tra Greenaway e Tim Burton, ma con l'inconfondibile giocoleria registica francese che rimanda a Caro - qui disegnatore dei personaggi - ed è uscito stranamente nello stesso anno di un simile esperimento di videogame storico come Moulin Rouge!
Malgrado la trama sia solo una variante arzigogolata di
Angel Heart, con l'inquirente colpevole oltre ogni sospetto, il tortuoso percorso narrativo fra i segreti di una Parigi ottocentesca alquanto immaginaria scorre velocemente a un ritmo da videoclip, con abbondanza di duelli acrobatici, gole tagliate, vergini vendute e comprate...
e una costante pittorico-digitale che puntualmente si sottrae allo sguardo alla stessa velocità con cui appare; è un cinema paradossale e parossistico, dove lo sfarzo pirotecnico delle scene è continuamente incalzato dal ritmo televisivo e dall'impetuosità della MdP, indomabile
Alla fine ci si chiede, dal momento che la trama è soltanto un Angel Heart in chiave alchemica, se il video-gioco vale la candela, dal momento che non c'è nemmeno il tempo di osservarla brillare
ma come ogni gioco, in quanto tale, vale ogni candela. Per non più di 1oo'.
Giudizio: stroboscopico
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