1. CAMERA DI J.THOMPSON - NOTTE
Sul monitor del computer appare per un istante la scritta a pieno schermo:
18. INT - KAMER BART - DAG
mentre altre parole in minuscolo scorrono sotto questa intestazione l'immagine sfoca rivelando in secondo piano il volto in penombra di JASPER L. THOMPSON, illuminato solo dal monitor
Dalla finestra aperta provengono le voci delle comparse estive sulla via; uomini, donne, bambini...cani
"Quel film aveva descritta la mia vita fino a quel punto, riassumendo nei primi 30 minuti tutto quello che c'era da dire dei miei quarant'anni di vita. Poi il protagonista, Bart, scrittore di quello sconvolgente film, aveva scritto "Non c'è nient'altro da dire." - Qualche cosa era successa, allora.
Poi lo scrittore aveva ricominciato a scrivere dalla scena n. 18, e a quel punto avevo già ripensato a quel film, "Il Gioco", sognato un secolo prima, e a come ci avevo già ripensato vedendo Slacker, con quei continui scambi di personaggi, quel continuo fluire della macchina attraverso il film...
Nient'altro che ricordi; illusioni che funzionano soltanto sulla carta. O sul monitor.
O sullo schermo di una tv o di un cinema...
Solo illusioni, certo; come quella che ci racconta questo film.
Solo illusioni, certo; come quella che ci racconta questo film.
Comunque vada a finire, sappiamo già che questo è un film in qualche modo speciale.
Un intermezzo virtuale, che proviene da una mente cosciente della propria illusione, come quella del blogger.
Il film si intitola
The sea that thinks di G. de Graaff
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Il blogger finisce di scrivere questa nota, poi riapre KMplayer in full screen sul monitor; sullo schermo del computer nel film si leggono le parole:
18. INT - KAMER BART - DAG
e sotto, in minuscolo: We horen de k -- Il timer segna 00:31:45
Il film ricomincia; il silenzio scrosciante della colonna sonora, il ticchettare sulla tastiera dello scrittore e il fischio sommesso della teiera sommergono le voci turistiche sulla via.
-- Sul monitor del computer appare per un istante la scritta a pieno schermo:
2. INT. CAMERA DI JASPER L. THOMPSON - NOTTE
mentre altre parole in minuscolo scorrono sotto questa intestazione l'immagine sfoca rivelando in primo piano il volto in piena luce di BART KLEVER, che interpreta Klever, Bart nel film, illuminato sul monitor:
"se non altro adesso sappiamo a chi si è ispirato Nicolas Cage per fare lo sceneggiatore incasinato in Adaptation (V. foto) di Spike Jonze (2002)" scrive sul suo blog, sul quale nel frattempo ha incollato il resto del post scritto in precedenza sul notepad.
Dalla finestra aperta provengono le voci delle comparse estive sulla via; uomini, donne, bambini...cani.
"Su IMDB c'è un solo giudizio negativo (su 8) da parte dell'utenza; è quello di un adolescente, che lo considera "troppo stupido per essere pretenzioso", e salverebbe soltanto quelle scene che giocano sulla illusione materiale
come questa, mentre snobba del tutto l'indagine sulla illusione essenziale, dell'essere pensante (o meglio, scrivente) e in conclusione lo definisce "un futile tentativo di elevare il cinema Olandese".
Perché, si capisce, quando si tratta di essenza non c'è verso di vederla o di mostrarla, non si può nemmeno capire, e dunque tante parole per esprimerla in un soggetto cinematografico non sono più efficaci, per un qualunque giovane utente adulto di IMDB, di una qualsiasi illusione ottica tra quelle più famose, qui abilmente messe in scena
Il film di de Graaf è uno dei rari film ambientati -dopo quella fatidica, onirica mezz'ora- per un buon 90% in una stanza, con un attore che non fa altro che scrivere e parlare dentro e fuori campo (cioè, oltre a essere la voce off scrive il proprio copione) mentre cerca di conciliare la sua esistenza di ragazzo-padre con l'ingrato compito di ricavare una buona storia per un film dalla "indifferenza universale" di camusiana memoria --perfettamente impersonata dai gatti:
in cui si trova immerso a metà tra il monitor, lo schermo e un "interno" caotico;
é uno dei pochi film che indugia, infinitamente, sulle texture di scena
Uno dei pochi, pochissimi a inquadrare la vera prima donna di ogni scena in fondo ai cieli:
la polvere.
3. CAMERA DI J.THOMPSON - NOTTE
Dall'alto:
dalla finestra spalancata proviene solo silenzio, con qualche occasionale motoretta di passaggio in lontananza. Il blogger spegne l'ultimo mozzicone, poi carica l'ultimo screenshot del film e lo incolla sul suo post.
P.P.P. del monitor su cui compaiono le lettere:
"E poi", scrive, "non conosciamo il significato della frase "titoli di coda", finché non vediamo questi":
Soddisfatto di quel post speciale, in 3 atti, il blogger Jasper L. Thompson aggiunge i tags, dà una rapida occhiata a Facebook e a DeviantArt, controlla che i downloads di BitTorrent siano attivi.
Aggiunge solo un giudizio, prima del sonno: raro.
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