☻☻☻+
Film nuvoloso, ventoso, piovoso, nevoso, fangoso; uno scenario quasi-pythoniano in cui si muovono i veri pionieri Americani: giocatori d'azzardo e mignotte, come i due personaggi del titolo. Altman lo definì un anti-western; a me pare un western "iperrealistico" come nessuno aveva ancora fatto nel 1971; una sorta di docu-fiction dove tutti indossano quotidianamente costumi d'epoca e
vivono sul set per 4 mesi, compresi i
giovani carpentieri renitenti alla chiamata per il Vietnam, che durante le riprese costruirono una "vera" cittadina nei pressi di Vancouver:
Ci sono tutte le (in)solite facce da Altman:
l'esordiente, smilzo Keith Carradine (Thieves like us, Nashville)
il patatesco John Schuck (M*A*S*H, Brewster McCloud)
la surreale Shelley Duvall (Brewster McCloud, Thieves..., Popeye)
Michael Murphy (Brewster..., M*A*S*H, Nashville)
Renè Auberjonois (Brewster..., M*A*S*H )
Questa volta l'eroe è il famoso
Warren Beatty as John "Pudgy" McCabe, giocatore, piccolo imprenditore e magnaccia, probabilmente uno dei primi tra quest'ultimi a indossare la pelliccia e a sfoggiare un dente d'oro.
Notiamo che negli anni settanta ci fu almeno un altro dente d'oro memorabile, quello di Ryan O'Neal in Paper Moon (1973) e almeno un altro westerner barbuto, il Jack Nicholson -che abbiamo appena visto- in Missouri Breaks (1976) e in Goin' South (1978) --(come abbiamo già ricordato, a Jeremiah Johnson ha fatto lo scalpo Corvo Rosso... quindi non conta)-- Beatty è il prototipo di entrambi, e inevitabilmente è quello che finisce peggio dei tre. Il messaggio del film si riassume nella battuta dell'avvocato e aspirante governatore Clement Samuels (William Devane) al quale si rivolge McCabe, ormai condannato a morte dalla propria ottusa avidità:
"Until people stop dying for freedom, they ain't going to be free"
Parole sante che -guarda caso- riassumono con il giusto grado di ironia i miei pensieri mattutini.
Infine, non possiamo non ricordare la lei del titolo,
Julie Christie, as M.me Costanza Miller, che nel finale anticipa l'ambiguità della fantasia psichedelica indotta dall' oppio come matrice filmica, e ne fa la partner ideale di DeNiro/Noodles in Once upon a time in America (1984).
Il mistero di questa sera riguarda la nevicata a tratti patentemente posticcia che vediamo per quasi tutto il secondo tempo, la quale ha dato da pensare a
vari utenti filmici su IMDB:
mi pare che in alcune sequenze come questa, dove gli abiti sono immacolati e i fiocchi fittissimi, regolari nella caduta e stranamente luccicanti, non ci siano dubbi su una doppia esposizione; mentre in qualche breve scena secondaria come queste
i fiocchi sono meno fitti e gli abiti innevati, e tutto sembra vero.
McCabe & Mrs. Miller è un'opera memorabile soprattutto per i leggendari sforzi della produzione, dove gli attori erano tutti chiamati a improvvisare attorno alle poche righe-guida del copione, mentre la cittadina sorgeva intorno a loro giorno dopo giorno. Un'opera pionieristica, di cinema grezzo, estratto dal fango in ogni condizione meteo inesorabilmente avversa, data la latitudine. I clichés che Altman intendeva sfatare, dell'avventuriero beone, tonto e solitario e della prostituta dal cuore d'oro, restano fatalmente legati a quella che possiamo immaginare come la realtà storica Americana del Far West; se non altro, in questo modo possiamo dare qualche spiegazione allo stato attuale delle cose sullo scenario globale.
Giudizio: vero cinema, malgrado il film.
Words for free:
CRUMPET> (a small flat round cake with small holes in the top, eaten hot with butter)
an offensive way of referring to people who are sexually attractive, usually women
BLUNDERBUSS> an old type of gun with a wide end
THAT hurts; ask mr. McCabe