California Split by R. Altman (1974)
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is a film about playing. And, of course, the main characters play a lot.
They play cards, horses, whatever. I guess Altman didn't want to play that much with words; that this is just one bitter comedy about gambling, and the feeling that this kind of playing might be (felt) so close to what is called living. Sometimes, somewhere.
Maybe the movie is a little bit overplayed.
In California Split troviamo anche Bert Remsen, che prima non ho elencato tra gli uomini di Altman in McCabe, ma c'era, come c'era in Brewster McCloud e in Thieves like us, Nashville, etc. etc. Qui è l'occasionale Mrs. Helen Brown.
Robert Altman è uno dei registi più profondamente Americani della storia del cinema, egli ha davvero saputo catturare l'essenza caciarona (Altman=overlapping) degli statunitensi e la tristezza sotto la patina sgargiante dello showbiz, in questo caso proiettato nella dimensione più ferocemente ludica del gioco d'azzardo. Dunque è interessante leggere i nomi dei produttori di questa piccola gemma poco conosciuta della sua filmografia: tra gli altri ci sono due dei nomi più letti in assoluto dall'utenza catodica, quelli di Goldberg&Spelling. I due anti-divi del caso (o meglio, direi, un antidivo corsivo e un quasi-divo) si chiamano Gould e Segal. Questo può far sorgere infiniti dubbi meta-filmici e meta-cinematografici nel mio acuto lettore. Ma anche in questo caso io mi limiterò a postare una breve recensione sul film.
Ah, ecco, appunto: questo è anche il film d'esordio di Jeff Goldblum. Non è tutto oro...
Una domanda che mi assilla è: perché sotto il sole della California
Giudizio: giocoso, ma non troppo. Non abbastanza, per me.
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