Me and Orson Welles di R. Linklater (2006)
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Ho amato il flusso cinematico di Linklater da Slacker (1991) fino al mio preferito, Before sunrise (1995); a parte l'esperimento di cartoonizzazione di Waking Life del 2001 (poi ripetuto in A scanner darkly nel 2006), i seguenti hanno confermato il suo talento registico con dei lavori più tradizionalmente "solidi" a discapito dell'inventiva, tanto a livello narrativo che tecnico. Me and Orson Welles non ha nulla dei primi Linklater, e avrei voluto vederlo senza conoscerne l'autore, soltanto per apprezzarne i meriti al di là della sua densità linklateriana.
Non ho potuto farlo.
Non ho potuto farlo.
La performance di Christian McKay, che potrebbe davvero essere un erede illecito di Welles, purtroppo è anche la cosa più interessante del film, basato su un romanzo di Kaplow che descrive gli esordi del Mercury Theater attraverso i primi passi di un adolescente nel mondo dello spettacolo. Il fatto che costui sia interpretato da Zack Efron
ha portato qualcuno a concludere che in Me and Orson Welles "The only problem is the me".
Ma a ben vedere -i primi Linklater- non mi sembra né l'unico né il più grave.
E ancora, ricordando la Stanwick di Double Indemnity (V.) chi mai rinuncerebbe a lavorare con Orson Welles per farsi questa:
?
Film piacevole, è vero, ma ancora una volta non è quello che basta a fare un buon film, e soprattutto non un buon Linklater.
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