La più grande disgrazia che comporta l'abbandono di una tradizione esoterica, paradossalmente, sembra anche la meno preoccupante e la più sublunare delle questioni che riguardano la nostra presenza in fondo ai cieli; si è di fatto la conoscenza dell'essere muliebre, come complemento e nemesi del maschile, e della sua natura "magica" e "proibita", la cui proibizione non ha più alcun significato in una logosfera censurata da principio della sua stessa essenza "magica".
Il fatto che la questione appaia meno preoccupante e più terragna delle altre non fa che comprovare le ristrettezze di una infinita quantità di individui, che in questo stato delle cose sembrano condividere esclusivamente il fatto di esser stati partoriti da una donna.
Gli individui che capitano nei pressi di questa conoscenza ormai del tutto estranea alla modernità della concezione barbarica e "paritaria" dei sessi, lo fanno seguendo il loro percorso esistenziale, e non le motivazioni a supporto di qualche astruso ideale occultistico. In un momento in cui avverto quasi fisicamente una sorta di cangiamento della mia persona tutta insieme alla stagione fiorente, un momento funestato fisicamente e moralmente nei modi peggiori, mi ritrovo a scrivere il mio post diario nell'obsoleto linguaggio dell' antico diarista, riflettendo il secolo passato tra l'arsura del sapere e l'ardore delle notti bianche; giocando colle parole di sempre. Ed è un momento, né più né meno come questo. Qui.
La realtà del blogger a tempo pieno Jack Daw, alias Jasper Thompson, alias Lexy Lex, non è meno inverosimile dei suddetti nomi di convenienza, adottati in questo cammino a ritroso; io stesso dubito di ogni singolo evento che non appartenga all'immediato presente, ma è proprio questo il momento di cui dubito più di ogni altro.
Come del resto tutti noi, Qui, e Ora.
Come del resto tutti noi, Qui, e Ora.
Dubito che il mio affezionato lettore potrebbe mai comprendere tutto ciò che non posso scrivere qui; non è per questo che non lo scrivo. E' perché non posso. Devo infine ammettere che ancora la maggior parte della mia esistenza avviene ad un livello meta-logico, che non è riducibile ai termini che son sinonimo di parole e di fine.
Vivo dunque questa fantasia caleidoscopica (un altro sinonimo estetico, improprio del termine "psichedelico", ma che non per caso rimanda alla geometria frattale) con la paradossale conoscenza del Falso imperante, e della assoluta ignoranza che è il nostro completo patrimonio culturale; un destino post-letterario, ormai completamente virtuale, nel Blog Mondiale.
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