Written on the wind di D. Sirk (1956)
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il titolo di oggi è la tagline di questo drammone sentimental-patologico con Rock Hudson, Lauren Bacall e Robert Stack, in un vorticoso triangolo di passione, etilismo, ninfomania, impotenza e petrolio; ci sono tutti gli ingredienti per 99' di cinema monolitico, con qualche grande quadro dipinto dal buon Russell Metty (Midnight Lace, Madame X, Omega man) in puro technicolor:
Dopo una vita in bianconero, anche Robert Stack (il famoso Eliott Ness della TV anni '50, per 118 episodi) rivela occhi di un azzurro acciaio impenetrabile:
In questa sequenza, sembra rivelare il motivo di quello sguardo raggelante:
Ma è solo una facezia da blogger. L'alcool è la sua vera condanna, come quella di tutti gli onesti cittadini bisognosi di supporti leciti...
Come da manuale, il film finisce all'Americana. A pistolettate:
Quindi, tutto bene. Lei e Lui escono di scena incolumi. E il servo negro chiude il cancello, in attesa che inventino il telecomando.
La ambiguità del personaggio di Hudson fu censurata dal codice Hay; come quella di Hudson. Strano però che il codice Hay riguardasse proprio i gay.
Probabilmente, ci dice IMDB, il romanzo fu ispirato da un fatto di cronaca.
Non sono riuscito a trovare il numero di piede della Bacall, famosa per le sue fette da sci.
Qui sono la prima cosa di lei a comparire sullo schermo. Letteralmente:
Qui sono la prima cosa di lei a comparire sullo schermo. Letteralmente:
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