01/05/10

Post festivo

L'idea di ieri, che oggi diventa post festivo, è sulla Semplicità delle cose. Che tutte le cose di questo mondo sono immensamente semplici, e che ogni suo abitante le esperisce naturalmente senza alcuna possibilità di errore, partecipando dell'organismo planetario; qui entra in gioco l'artificio della "logica" (e del logos) che origina ogni possibile errore, fino all'estrema innaturalità del falso-habitat urbano, del sistema industriale, il paradosso estremo che sottomette financo la fonte "logica", e ogni utente multimediale. Ogni singola informazione superflua è il germe di infinite ramificazioni, reazioni e complicazioni intellettuali che nel loro insieme formano una massa ben superiore a quelle indispensabili al semplice essere umani; l'immensa inutilità dei millenni di una cultura fondata sul sopruso e sulla plutocrazia, sull'inganno assoluto, appare ovvia e indifferente ascoltando il suono della pioggia, osservando un singolo fiore, o il volo di un uccello. Tutto accade qui e ora, ed è talmente semplice, naturalmente impeccabile, che la falsa (e nondimeno unica) logica dell'uomo non è in grado di accettarlo, e (ri)crea mostri di bibliche proporzioni, dei e demoni, incarnazioni della sua follia artificiale, piuttosto che rinunciare al conforto della menzogna in cui si culla l'utenza catodica e cattolica. La civiltà multimediale del 2000 è questo scenario, di una perfetta virtualità ideale astratta, rispetto alla falsa realtà materialistica e materiale, che al contrario è lungi dalla perfezione; il perché è ovvio, dovrebbe essere tutto l'opposto. Ma è troppo semplice, per un mondo fatto di parole.

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