10/01/11

600

E' il mio 600mo post; prima di pubblicarlo, e prima di aprire gli occhi da "questa parte", mio padre mi parlava di "uova caramellate" che facevano la gioia dei bambini durante le feste, ai suoi tempi; la rapidità della mia consultazione di FB mi porta a concludere che le opinioni altrui contano sempre meno, nel blog-diario di chi conosce la falsità genetica di quest'essere umani; oltre ad avere la certezza che il pensiero autonomo è un'opzione spesso aggirata dall'utenza globale, ho coscienza del fatto che è quanto si crede, ancor più di quanto si pensa, ad influenzare perlopiù negativamente le nostre esistenze. L'influenza di quanto credono "gli altri" -in part. di quelli che evitano volentieri di pensare per conto loro- è una di quelle rare noie che abbiamo il potere di evitare.

Il film di questa notte era:

Sideways di A. Payne (2004)
un film maturo, corposo, leggermente tanninico, con un ricco bouquet tipicamente californiano, e un vago retrogusto catodico, che ci mena nel lussureggiante Sunshine State a velocità di crociera, per festeggiare degnamente l'addio al celibato dell'attore TV Jack (T.H.Church) in compagnia dell'insegnante, sommelier e tentato scrittore Miles (P. Giamatti) 


facendo tappa in ogni azienda vinicola per la strada... con ogni conseguenza comico/romantica.
Un film piacevole, gentile, garbato, ben fotografato, con un sottofondo di musichine rilassanti e candidato a 5 oscar, di cui ne vinse uno solo, per la migliore sceneggiatura.




La cosa più notevole del film è che il protagonista Paul Giamatti è un clone di Ale del duo comico Ale&Franz:




a parte il colore degli occhi, e qualche capello in più (ma più corto)


ed è inevitabile durante la visione notare come anche le espressioni facciali dei due siano simili quanto lo sono la corporatura, il portamento, la gestualità, e ogni altra caratteristica personale... Insomma, sembra di vedere un film con Ale&Jack. Con una particina per Virginia Madsen, in versione cameriera:

 candidata all'Academy

ma un po' meno eteroforica del solito. Oltre all'incoraggiamento che può dare l'idea di un sosia di Ale corteggiato dalla figlia dell'Imperatore dell'Universo, il film ha il rarissimo pregio di mostrarci -per un istante- un uomo nella più intima ed umiliante delle attività possibili e immaginabili:


il taglio delle unghie dei piedi, e -pur limitando il paragone a questo- come No Country For Old Men vale la pena di esser visto solo per il finale

(WARNING: spoiler)

Giudizio: spumeggiante, ma non troppo.

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