04/01/11

Imbarazzo ereditario

Questa sera sono stato invitato da mio cugino al multisala cittadino, per la visione tridimensionale di



un film imbarazzante come del resto tutta la serata; preferirei non parlarne, ma soprattutto preferisco non scrivere altro. Quella di Tron è una eredità di cui avrei fatto volentieri a meno: nessuna faccina. Due film come quelli di oggi possono metterti davvero di pessimo umore.

Invece di scrivere qualcosa di brutto su questa roba, preferisco ricordare al me stesso scrittore di blog che il percorso iniziato con la rinuncia alla Carne è di fatto nella sua prima fase -dopo un decennio- verso la completa autonomia, l'unico obiettivo che potrei mai pormi una volta esaurite le mie velleità artistiche... O la mia realizzazione attraverso di esse. A conoscenza di uno stile di vita nomade che è tutt'ora praticato da alcune popolazioni, e che esclude la stanzialità come requisito indispensabile, l'unico tipo di dipendenza vera e propria da questo genere di "civiltà" colle virgolette riguarda il mero nutrimento del corpo, ed è mia convinzione che questo "bisogno abitudinario" sia un legame gravoso non soltanto per gli inenarrabili modi di ottenere quei ridicoli foglietti di carta colorata da consegnare al supermercato, ma anche per la nostra "realtà materiale", fisica, e probabilmente con quella malattia degenerativa ritenuta incurabile, chiamata "morte".

Abbiamo avuta la certezza assoluta, nel frattempo, che le inviolabili "verità" stampate a chiare lettere su tanti libri -anche scolastici- derivate da studi e ricerche serissimi, e di validità indiscutibile nel mondo scientifico, sono balle: che il sapiens ha tutt'altro che bisogno di mangiare pezzi dei cadaveri di qualche altra specie -se già questa idea non bastasse- per mantenersi in salute; e se un decennio di auto-sperimentazione mi pare più che sufficiente per affermare questo a proposito della mia dieta alimentare, un quarto di secolo di auto-medicazione a base di "prodotti cannabinoidi" per quanto mi riguarda è più che sufficiente per affermare che la canapa è un farmaco universale senza la minima controindicazione. Non mi importa di identificare ed enumerare i colpevoli del proibizionismo, come ha già fatto Jack a suo tempo; soprattutto perché il proibizionismo è una realtà internazionale, così come la diffusione a livello globale del "mercato nero"... Gli aspetti sociologici del caso particolare non mi servono, per concludere che quelle "verità" imposte al cittadino Jasper Thompson dalla sua nascita si sono rivelate nel tempo l'esatto opposto, spudorate menzogne, ed entrambe -guarda caso- ritenute "verità" ed osservate come leggi, con la stessa ovina ottusità dei pii concittadini, non avrebbero procurato niente di buono per me.

La mia "intuizione" è che il Sapiens non abbia alcun bisogno di nutrimenti; che questa "abitudine genetica" dell' alimentazione quotidiana sia un fatto incontestabile in quanto tale, e che sia imposta al nenonato attraverso l' allattamento. Sono propenso a credere che, a differenza del passaggio dall'omnifagia al vegetarianesimo, quello richieda uno sforzo di volontà molto maggiore, e posso riconoscere di non essere pronto ad affrontarlo.
Ma questo è il mio percorso, iniziato dapprincipio sulla mia "intuizione", e come sempre sulla rivelazione del Falso; la nostra "realtà" Qui e Ora, è completamente sostenuta da falsità. La nostra intera esistenza nel mondo-di-parole è falsa; in principio era il Verbo, dunque soltanto alla fine conosceremo la Verità. Oggi c'è anche qualche studioso Occidentale pronto ad affermarlo, pur senza conoscere i principi della Tradizione Vedica; e mentre la meccanica quantistica cerca di riparare una breccia millenaria che ci separa dalla Conoscenza, il cittadino Jasper L. Thompson, blogger coatto, prosegue il suo percorso malgrado le parole.

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