23/01/11

La ricetta del dott. Lecter

 Hannibal rising di P. Webber (2007)
Come ci si può aspettare qualcosa di interessante da un film franchise? Non è una cosa impossibile, certo, ma è meglio non farlo, e io non lo faccio mai. In questo modo si possono apprezzare le variazioni sul tema, la messa in scena, le recitazioni, le inquadrature... Il cinema, insomma, che è per così dire inevitabile assieme al prodotto. Che è questo film.

Di intrattenimento seriale. Iconico. Abituale.
La carriera del Dr. Hannibal Lecter, da bambino aristocratico Lituano risparmiato (o meglio, avanzato) durante l'inverno bellico, a studente di medicina


a samurai

a cannibale buontempone


fino al suo ruolo famoso nel mondo, di superstar criminale, incarnata qui da un tale Gaspard Ulliel, con una spiccata Ruga Francese (V.):


in compagnia di Li Gong


e il cameo di una vecchia signora che non vedevo da tempo sugli schermi, la storica C69:


arma onirica.
Manhunter non mi era piaciuto (nel 1987); Silence of the lambs era così-così, Hannibal era più violento di Rambo, ma elegante; il primo aggettivo che mi viene per questo è: prequel. Ma non è valido come aggettivo, è solo un' etichetta ingombrante, che copre parte dell'opera. E' un film linguisticamente corretto, un film che si lascia guardare; e, alla fine, temo che il mio giudizio migliore sia ancora e solo: prequel.


Una nota: conoscendo il personaggio, e vedendo qui illustrate "le origini del male" -effettivamente spiacevoli- che hanno scaturito il fenomeno cine-letterario e il franchise, mi pare che la recisione dei garretti e una "M" incisa sul petto

(ironico omaggio a Lang?)

non siano esattamente delle cattiverie all'altezza della situazione generale. Visti tutti i soldi che gli ha procurato, Harris avrebbe potuto anche spremersi le meningi per trovare al suo contro-eroe una vendetta un poco più diabolica e più soddisfacente, anche per l'occhio dell' utenza... (Warning: spoiler!)
E poi, speravo proprio di vedere quel famoso tizio del censimento... e soprattutto, la ricetta per le fave.

P.S.: ancora, aproposito dell'Orso (V.) giocattolo primordiale; eccolo:

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