Legend of the guardians: the owls of Ga Hoole di Z. Snyder (2010)
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è un film straordinario, per quanto riguarda le textures; per quanto riguarda me, invece, che non sono un ornitologo ma un vero amante della fauna avicola planetaria, l'idea dei rapaci notturni talmente umani da saper leggere e scrivere (a modo loro) e da associarsi per andare in guerra, con tanto di elmo in testa
e artigli d'acciaio, è talmente ridicola -e non "fantastica"- in part. nel suo contrasto coll'estremo realismo della materia virtuale filmata, che mi è stato impossibile cercare di prestare attenzione alla trama; cosa che d'altro canto mi ha permesso di immergermi più profondamente e puerilmente nello sfarzo super-ficiale quasi-HD (ridotto per l'occasione a 640x480, per motivi di leggibilità) di questa virtualità multi-milionaria apprezzabile soltanto nella fulgida illusione della sua fisicità, pennuta e piumata (qui in HD)
Con una versione alata di Dart Vader
a capo del solito esercito di cattivi
quando l'uomo si è già preoccupato di incoronare tempo fa un "gufo reale" (Bubo bubo):
???
Giudizio: irresponsabile.I primi due film ufficiali del 2011 sono
Le fantôme de la liberté di L. Buñuel (1974)
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dove si intrecciano le vicende dell' uomo che non riesce a dormire e vede cose nella sua camera:
con quelle della donna che gioca a poker con i carmelitani:
e della coppia sado-maso a sorpresa:
del ragazzino che è riuscito a portarsi la amata vecchia zia in hotel:
e di questo singolare interno casalingo, dove ci si riunisce per defecare in compagnia
e parlare di cibo a tavola è sconveniente; fino all'inspiegabile caso della bambina scomparsa
che però è rimane sempre sulla scena, accanto ai genitori...
E altro ancoraNon è il mio Buñuel preferito, ma è pur sempre un Buñuel; con una (amichevole) particina per Monica Vitti
e per un ulteriore pennuto, sul cui sguardo interrogativo si conclude il film:
Il secondo film è il pessimo
Mr. Brooks di B. A. Evans (2007)
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dove Kevin Costner è un affermato uomo d'affari con l'hobby del serial killing, e William Hurt è il suo amichetto immaginario; l'unica cosa che forse mi resterà in mente di questo titolo è la bruttezza raggelante di Demi Moore
con quell'espressione da cagna inviperita in overdose, che nei panni della poliziotta tosta ed eroina di turno rende il tutto -se possibile- ancor più patetico.
Giudizio: inverecondo.
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