02/01/11

Dovere di critica


è un film straordinario, per quanto riguarda le textures; per quanto riguarda me, invece, che non sono un ornitologo ma un vero amante della fauna avicola planetaria, l'idea dei rapaci notturni talmente umani da saper leggere e scrivere (a modo loro) e da associarsi per andare in guerra, con tanto di elmo in testa


e artigli d'acciaio, è talmente ridicola -e non "fantastica"- in part. nel suo contrasto coll'estremo realismo della materia virtuale filmata, che mi è stato impossibile cercare di prestare attenzione alla trama; cosa che d'altro canto mi ha permesso di immergermi più profondamente e puerilmente nello sfarzo super-ficiale quasi-HD (ridotto per l'occasione a 640x480, per motivi di leggibilità) di questa virtualità multi-milionaria apprezzabile soltanto nella fulgida illusione della sua fisicità, pennuta e piumata (qui in HD)





Con una versione alata di Dart Vader


a capo del solito esercito di cattivi


e un quesito irrisolto: perché fare sovrani due civette delle nevi (Nyctea scandiaca), in un film di gufi:


quando l'uomo si è già preoccupato di incoronare tempo fa un "gufo reale" (Bubo bubo):


???
 Giudizio: irresponsabile.

I primi due film ufficiali del 2011 sono


Le fantôme de la liberté di L. Buñuel (1974)
dove si intrecciano le vicende dell' uomo che non riesce a dormire e vede cose nella sua camera:




con quelle della donna che gioca a poker con i carmelitani:


e della coppia sado-maso a sorpresa:


del ragazzino che è riuscito a portarsi la amata vecchia zia in hotel:


e di questo singolare interno casalingo, dove ci si riunisce per defecare in compagnia


e parlare di cibo a tavola è sconveniente; fino all'inspiegabile caso della bambina scomparsa


che però è rimane sempre sulla scena, accanto ai genitori...
E altro ancora


Non è il mio  Buñuel preferito, ma è pur sempre un  Buñuel; con una (amichevole) particina per Monica Vitti


e per un ulteriore pennuto, sul cui sguardo interrogativo si conclude il film:


Il secondo film è il pessimo

Mr. Brooks di B. A. Evans (2007)
☻-
dove Kevin Costner è un affermato uomo d'affari con l'hobby del serial killing, e William Hurt è il suo amichetto immaginario; l'unica cosa che forse mi resterà in mente di questo titolo è la bruttezza raggelante di Demi Moore


con quell'espressione da cagna inviperita in overdose, che nei panni della poliziotta tosta ed eroina di turno rende il tutto -se possibile- ancor più patetico.
Giudizio: inverecondo.

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