24/01/11

Bandito

Può succedere: un giorno ti rendi conto... Hai coscienza di quello che non è stato, e perché; perché secondo qualcuno certi animali andavano ammazzati, fatti a pezzi e mangiati: bovini e suini, soprattutto, ma anche polli e pesci di ogni sorta... addirittura equini, i nobili selvaggi. E ogni altra creatura considerata "non domestica"; le oche, i fagiani, gli asini, i cervi... Ad altri animali invece si deve dare vitto e alloggio, cani e gatti. E qualche uccellino, o pesciolino colorato. Nessuno troverà mai una spiegazione ragionevole per questo... naturalmente. Ma è così. Soltanto i Cinesi mangiano cani e gatti, ma i Cinesi mangiano qualsiasi cosa che si muova. Gli Occidentali allevano più vacche di quanti sono i Cinesi, ma cani e gatti la fanno da padroni nelle loro case. Su questo scenario di follia preferenziale, ormai abbastanza antica da essere divenuta abitudine genetica e pilastro dell'economia internazionale, non è necessario ricercare i motivi della preferenza (animali grandi = tanto cibo) particolare, ma è utile osservare questo settore del Falso che viene imposto ai terricoli come realtà quotidiana. Non è necessario mangiare nessun tipo di animale e purtroppo, adesso lo so, nemmeno ospitarne uno in casa: ma oggi ho questa consapevolezza, e la possibilità di pensare a cosa sarebbe questo mondo se questa particolare bugia, nel Sistema Globale di Falsificazione, fosse eradicata. Possibilità che mi permette di intuire quello che non è più  nemmeno immaginabile, l'Armonia tra le creature terricole. E' principalmente questo che viene negato a tutti i costi alle masse dei consumatori; e la mia consapevolezza è quella di vivere ogni giorno CONTRO questa falsità omnicomprensiva, universale, di essere stato bandito dal Paradiso Terrestre dal dio degli ebrei, dalla Logosfera Cattolica, e ogni sua abominevole conseguenza...

Il che mi ricorda l'interrogativo del giovane Hannibal Lecter nel film di ieri (e la migliore battuta del film): "Pensi che dio avesse intenzione di mangiare Isacco?"



Interrogativo da non sottovalutare, con un personaggio di quella risma.

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