Se si può definire buono un film che racconta una storia le cui problematiche di fondo non ti hanno mai sfiorato l'anticamera del cervello, che ha per protagonista un personaggio che non ti ha interessato per più di una settimana di fila nella tua vita -se mai- e che non offre alcunché di nuovo cinematograficamente parlando, con un impianto solido ma convenzionale, una fotografia bella ma non mozzafiato, una perfetta ricostruzione storica ma un solo attore interessante, allora
Wilde di B. Gilbert (1997)
☻☻
è buon film, la cui visione deriva come si sarà intuito dalla mia ricerca di nuovi titoli con il simpatico Fry che qui interpreta il famoso, gaio dandy letterario autore del famoso Ritratto di Dorian Gray;
un film perfetto per la domenica pomeriggio. Ma la simpatia dell'uomo è indefinitamente maggiore nei suoi lavori televisivi in coppia con il neo-superstar catodico Hugh Laurie, per cui la serata è trascorsa in compagnia di questi due mattacchioni i cui numerosi sketches della serie A bit of Fry and Laurie si sono assommati ai miei preferiti su Youtube ai classici dei Monty Python, tra cui la singolare premiazione di JIM Cleese:
Dunque Wilde è un buon film, e Fry è un Inglese Ebreo Omosessuale. E sono le 3 di domenica.
Nessun commento:
Posta un commento