10/02/10

Più strano del cinema

Emma Thompson mi è sempre stata particolarmente sulle balle. Fino a quando non l'ho sentita recitare nella sua lingua, che è assolutamente Inglese, questa sera, in


Stranger than fiction di M. Forster (2006)
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Per quanto mi urti sentire la parola "dio" in qualsiasi contesto, sentire pronunciare "gOd" invece del solito "gAd", che è ossessionante nella maggior parte dei film Americani, è un amabile sollievo. Nondimeno, lo dice solo due volte in tutto il film.

Stranger than fiction racconta la verità, a proposito di tutti noi; che siamo tutti personaggi di un libro scritto -come tutti i libri- un giorno dopo l'altro, in un succedersi di vicende più o meno banali e straordinarie, di giorni lieti e giorni bui, di stagioni vincenti e perdenti, e con l'unica consapevolezza di un finale che è lo stesso per tutti noi, come per tutti i personaggi della scrittrice Karen Eiffel (la Thompson). E' un raro o forse unico esempio di film Altro che evita del tutto il facile effetto drammatico, il pathos estremo e spesso tendente all' horror che viene assimilato all' elemento "soprannaturale" relativo al mistero escatologico; lo fa agilmente, partendo dal presupposto che l'Utenza filmica è consapevole da subito o quasi di assistere ad "un film", ovvero alla riduzione cinematografica "in diretta" dell'opera della scrittrice.

Cosa ci avranno messo in quel caffè?

Questo film parla di me, il blogger Jasper H. Thompson, che soltanto ieri sera ha scritto questa nota di gravità fortiana in un file di testo:

"[...] Falso, ma che da questa unica matrice derivi un intero sistema di falsità, che comprende ogni studio del Falso inteso come Verità, ma anche ogni ipotesi alternativa, e ogni antitesi; che infine Tutto, e il contrario di Tutto, sia essenzialmente Falso; che questa sia la nostra unica reale condizione Qui e Ora, nel mondo delle parole; che le parole stesse su cui si fonda il pensiero logico, con le quali possiamo concepire e definire e strutturare ogni possibile logosfera differenziata all'interno della caotica Logosfera umana siano simboli reali e viventi del Falso, attraverso i quali è matematicamente impossibile esprimere la Verità in sé, attraverso una parola che è suscettibile della molteplicità e della variabilità di ogni parola; QUESTA è UNA verità, tra le tante.
Ognuna delle verità riconosciute come tali in fondo ai cieli ha le stesse probabilità di essere unica e relativa al singolo individuo quanto di essere universale, fintanto che il termine "universo" sia usato per descrivere la condizione differenziata e condizionata che allo stesso modo -ma in italiano anziché latino- possiamo definire "senso unico"; le stesse probabilità che il pensiero di un singolo individuo elevato al di sopra della Falsa logica umana corrisponda all'indifferenziato, che non ha modo di essere espresso (così come è fisicamente insensibile) attraverso una, o un miliardo di parole. La verità non fu mai detta, o scritta, se non per mezzo di mille di menzogne. L'unica verità che ci riguardi è che non esiste alcuna verità, e Qui, Ora, sono il luogo e il tempo in cui si consuma la brevissima, eterna commedia tragica del Falso.>>

Io sono cresciuto credendo che la Droga fosse una roba da criminali destinati alla perdizione e alla follia; questa in apparenza era l'opinione dei grandi, che ne parlassero con cognizione di causa o meno, non lo sapevo, e non lo so ancora. Quello che so oggi è che la maggior parte di quei "grandi" nel frattempo ha fumate abbastanza sigarette e bevuto abbastanza alcool del monopolio di stato da sviluppare tutte quelle patologie che vengono associate al consumo di queste orribili droghe statali. Quello che so oggi è che la mitologica "Droga" da cui mi sono tenuto alla larga il più possibile (e ben oltre l'età media dei miei coetanei, purtroppo) è stata l'unica Medicina dell'uomo e la più efficace contro ogni malattia dall'alba dei tempi e per millenni, fino all'avvento del proibizionismo del secolo scorso, quando le carte sono state rimescolate in maniera disastrosa, e imperdonabile, dai governi plutocratici del mondo Occidentale industrializzato...

Sono cresciuto nella solitudine, incapace di comprendere l'interesse per della gente che di mestiere gioca al pallone, a tennis, o guida le macchine più velocemente degli altri; incapace di condividere un pensiero politico destinato come ogni altro a funzionare solo sulla carta, lontano dal guadagno facile dell'onorevole o del Re e da quello sudato dell'operaio o del fattore; incapace anche del più fondamentale istinto di sopravvivenza, che avrebbe dovuto naturalmente spingermi a cercare la riproduzione sessuata tipica del mammifero ben prima di quando le mammifere cominciarono a cercare me.... E anche di questo, infine, ho compreso l'inganno solo dopo un matrimonio. Questa è tutta la mia storia, che a differenza di quella del personaggio filmico, l'agente IRS Harold Crick, abitante di un mondo numerico (all'interno della sfera filmica in cui è ricostruito un mondo letterario) si svolge Qui e Ora nel mondo delle parole giunto alla sua fase evolutiva più prossima alla virtualità assoluta, in quanto flusso di valori numerici composti di energia elettrica, che è il blog. Che è sempre e soltanto il mio diario personale, come tutti quelli scritti nel secolo scorso, con l'unica differenza che i lettori sono potenzialmente tutti gli utenti alfabetici del globo terracqueo. E non solo.

Io sono cresciuto credendo che mangiare pezzi dei cadaveri di individui di svariate specie fosse inevitabile, per quanto orribile e crudele; oggi so che al contrario, nutrirsi di carne è un' abitudine quantomeno deleteria, e sconsigliabile a chiunque. Insomma, sono cresciuto "credendo" a tutto quello che mi era stato "insegnato" da bambino, e che nel tempo si è rivelato essere tutto l'opposto di ciò che E' qui, e ora, nella irrealtà solida del mondo di parole.

Quando scrivo il Manifesto del Falso, e subito dopo mi trovo a considerare questa commediola Americana come una sorta di risposta diretta alle mie osservazioni. Come dire "va bene, hai capito tutto, sei un drago, ma come pensi di venirne fuori?"

Che non sia il solito finale da scrittrice labile e tabagista, malgrado non ci sia una sola probabilità che qualcuno del sesso opposto mi possa portare quei risolutivi, celestiali biscotti bavaresi allo zucchero nel mio letto d'ospedale, il giorno dopo?

Anche perché in Italia non esistono biscotti simili; su Yahoo Answers qualcuno dice di averli visti in vendita a L.A. -- forse perché a L.A. si fanno i film.
Anche su Mombu qualcuno dice di averli visti, e qualcun altro dà la ricetta dei biscotti bavaresi al burro... I risultati della ricerca di Bayerische Zuckerplätzchen su Google non sono utili, quindi non sembra essere una specialità dolciaria Teutonica, quanto l'invenzione di uno sceneggiatore Statunitense... Malgrado ciò, l'Americana Nigella qui pubblica la ricetta sul suo sito....

Se qualcosa non esiste, non significa che non possa esistere; se il NOME dei biscotti bavaresi allo zucchero è stato coniato dallo scrittore (tale Helm) di un film, e poi l'utenza cine-informatica li cerca su internet, è facile mettere assieme una ricetta per dei biscotti e battezzarli con quello stesso nome... Per incrementare le visite del proprio sito, ma anche per far felici tutti quei golosoni Americani che seguendo la ricetta prepareranno dei biscotti, li mangeranno, li digeriranno, e cacheranno infine quelli che senza la minima ombra di dubbio saranno stati biscotti bavaresi allo zucchero.

Sono cresciuto pensando che un giorno, improvvisamente, inspiegabilmente, ma in modo inequivocabile, sarei diventato anch'io "un grande". Non so proprio come, o perché sarebbe dovuto avvenire questo cambiamento, ma da bambino pensavo che un giorno mi sarei svegliato adulto, con tutti i miei privilegi da adulto come fare le porcherie con le donne, guidare le macchine, bere alcool e fumare sigarette. E, in un modo o nell'altro, in quel periodo altrettanto surreale che chiamano "passato", dev'essere successo. Ma poi è continuato a succedere qualcosa d'Altro per cui non mi sono mai accorto di nulla, della realtà paradossale di questa persona scrivente, mantenendomi sempre sull'orlo del mio abisso interiore, e in perenne equilibrio sopra questo pianeta invaso da alieni inconsapevoli, nell'eterno Paradosso della Parola, scrittore di me stesso...

E poi, ho visto Stranger than fiction.
Film carino, bravi gli attori.
Compresa Emma Thompson.

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