15/02/10

Quelle horroeur!

A proposito del film


Martyrs di P. Lougier (2008)

dove finalmente vedo filmato un archetipo vivente. Questo archetipo è la creatura che nelle mie ultime memorie del millennio scorso ho intitolato "Alice"; che non era il suo vero nome, ma un omaggio al sogno Carroliano. Non di meno, ho intitolato questo stesso modello primordiale "Freddy", in un diario ancora più antico, riferito ad un ragazzo partenopeo.


In effetti questi sono i due soggetti d'elezione in cui mi si è rivelata nel tempo questa forma dell'Essere, tra la Francia e il Mezzogiorno d'Italia. "Alice" era una concittadina dello scrittore, ma le sue origine erano più che verosimilmente meridionali; tanto la protagonista del film quanto la ragazzina che interpreta lei da piccola presentano le caratteristiche inconfondibili, che credo di aver già viste in altre giovani Francesi (nei film, ovviamente). "Freddy" era della provincia di Napoli. Non ho alcuna notizia della presenza di questo stesso tipo a latitudini intermedie, e immagino che la sua origine rimarrà per sempre un mistero; questo film però mi ha ricordato quanto ho amato "Alice", poco prima di avere consapevolezza della sua entità, e il fatto che questo tipo di persona esiste ancora, anche se a me non capita più di vederlo dal vivo.
I tratti salienti sono ovvi; occhi perfettamente a mandorla, ma invariabilmente celesti; capelli invariabilmente corvini e folti; mascella triangolare

E' sempre una gradita sorpresa rivederLa, chiunque sia l'utente personale. Per quanto mi riguarda, malgrado non abbia avuto altro che rapporti fantastici oppure onirici con essa, è come rivedere una faccia amica, in un mondo di maschere sconosciute. Rivederla oggi mi fa pensare ancora ad un archetipo personale, conoscenza inconscia, o memoria atavica ma anche al fatto che, come credo sia sempre esistita, questa persona esisterà sempre, che la medesima combinazione di acidi nucleici che ha dato vita a queste forme fiabesche si ripeterà in ogni possibile futuro per replicare lo stesso incanto che ha provocato in me, prima o poi, in qualcun altro.

L'altro archetipo armonico di Martyrs sono le due note slittate della canzone finale, che ricordano quelle di Chris Isaak in "Wicked game"; qui in una cornice "marshmellow" à la Grant Lee Buffalo, ma con un'impronta nouvelle vague che richiama i primi Air:



A proposito, il film non mi è piaciuto proprio. Ma chi se ne frega.

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