Per quanto ad ogni tele-spettatore e/o sognatore potrebbe risultare teoricamente facile riconoscere la Illusione Materiale in quanto mera visione, è altrettanto teoricamente difficile che la stessa persona riesca a percepire l'inseme della manifestazione in quanto tale, a partire dalla più primitiva e più grossolana sensazione tattile. Ne scrivo perché- ancora una volta, senza premeditazione oltre il mio confabulare che in genere finisce bloggato -ho vissuta questa esperienza in un momento qualsiasi di una giornata come un'altra, camminando per una via della città.
Questa sensazione meta-sensoriale si potrebbe definire con la frase del titolo, come l'improvvisa consapevolezza di un artifizio teatrale di cui partecipo attivamente, nel moto dei miei arti camminanti, in quello che appare come uno spostamento da un punto virtuale dello scenario ad un altro. Chiudo gli occhi un istante per riconoscere ogni dettaglio non-apparente; il freddo, la puzza di auto, le voci e i rumori della strada.... L'attrito della suola dei miei scarponi sull'asfalto; il peso del mio corpo che viene spostato passo dopo passo. Un sofisticato videogame "in prima persona"; senza cattivi da sparare, e senza indizi da trovare.
L'unica cosa da fare è capire che si tratta di un gioco; su uno scenario che appare di luci e ombre, nello sterminato campionario di forme attorno, completo in ogni infinitesimale dettaglio che interessi ognuno dei nostri così detti sensi; in questo breve istante di "coscienza" in movimento, ho intuito questo "punto" di osservazione centrale che corrisponde ad un punto interno ma estraneo alla materia, pari a quello dell' incosciente sognatore. Niente di quello che conosciamo è in grado di spiegarci alcunché di quello che esperiamo in fondo ai cieli, esattamente come per quello che sogniamo; direi anzi che se l'uomo conoscesse quello che viene considerato il "segreto" del sogno, conoscerebbe il "segreto" di quella che viene considerata la vita; sono soltanto due punti di vista sul medesimo "segreto" che riguarda il nostro essere, all'interno della manifestazione universale, collettiva, e di quella individuale e differenziata. Da quel primo passo che ho consapevolmente mosso nel vuoto materiale ieri, proseguo nell'osservazione delle possibili differenze tra questa e quella sfera, le loro distanze siderali e le loro affinità cosmiche.
Mai come adesso mi appare chiaro il "gioco" del Potere, a partire dal falso nome imposto da un Mago Nero agli infanti (V.), alla falsa cultura iniettata in loro per eliminare ogni pericolosa Verità Intuitiva o residuo di memorie immortali, al loro sistematico "inserimento" all'interno di un meccanismo inesorabile, alla valanga incessante dei "prodotti mediatici" (principi attivi e virali di cultura e intrattenimento, indistintamente) che nell'insieme hanno il solo scopo di alimentare la confusione, di riprodurre quotidianamente lo Status Quo, di reiterare l'Inganno per altri mille anni, così che tra mille anni sarà ancora più vero per ogni Utente Materiale in fondo ai cieli...
Il mio caro cugino M. recentemente mi ha fatto notare che la stanchezza dopo una giornata di lavoro gli impedisce di dedicarsi ai suoi interessi ufistici come vorrebbe, e se fino a qualche anno fa riusciva a starci dietro pur essendosi accasato, adesso ha "una bocca in più da sfamare", e non solo, la responsabilità (per me ancora inconcepibile) di una figlia da crescere nel XXI secolo...
"E' così che fanno" mi dice "così uno è troppo stanco per mettersi a cercare..."
Troppo stanchi per pensare, direi, ma persino per vedere le cose come stanno, oltre ciò che attraversa le nostre pupille. Forse un giorno saremo tutti abbastanza stanchi di tutta questa faccenda da provocare un cambiamento; fino ad allora, temo che continuerò a scrivere i miei post per poi rileggerli da solo, ma nel frattempo ho capito che non sono io a camminare, che è questo mondo fatto di parole a rotolare sotto i miei piedi.
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