Di nuovo nell'aldilà -per non soccombere miseramente alla grave meteopatia- nella versione decisamente fumettosa di
Monkeybone di H. Selick (2001)
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che Rottentomatoes qui ci ricorda essere stato grandioso solo nelle proporzioni del fiasco; una produzione da 75 milioni di dollari che ne ha incassati sette... Del resto, ci chiediamo, quale genere di audience potrebbe apprezzare le avventure tra la vita e la morte di un cartoonist e del suo scimmiesco alter-ego che impersona la sua erezione in stop-motion? Scopriamo che è stato tratto da un fumetto perlopiù ignoto, intitolato con il nome del luogo in cui finisce il comatoso protagonista sull'orlo del matrimonio, e governato dalla mefistofelica Whoopy Goldberg nel ruolo che più le si addice, la Morte. Nel pomeriggio abbiamo visto che ai suicidi tocca di vagare per un luogo stranamente simile alla sterminata periferia Americana, stasera scopriamo cosa capita ai disegnatori di cartoons. E dobbiamo ammettere che l'opera è visivamente notevole, è facile capire perché abbiano speso tanti soldi per mettere in scena questo papocchio, così come lo è capire perché nessuno sia andato a vederlo. Degno di nota è questo Giano robotico di sapore assiro-babilonese:
confinato in un ruolo di anonimo inserviente; forse con lui nel ruolo principale le cose sarebbero andate meglio. Anche il quadrumane protagonista è una perfetta e scatenata animazione a passo uno:
interpretato dal sorprendente John Turturro; ma sulle capacità del regista nel dirigere i pupazzi non avevamo dubbi, dopo le ottime prove di Nightmare before Christmas e James and the giant peach - che per inciso è uno dei miei film preferiti... E' tutto il resto che non funziona. Non insistiamo, dopo aver avuta la prova matematica del fallimento; piuttosto mi chiedo come
questa sfacciata riproduzione del capolavoro di Mark Ryden "The birth", spacciata per un'opera del protagonista, e della quale vediamo poi anche una rappresentazione sul set
resti impunita malgrado le leggi sulle proprietà intellettuali e artistiche:
Ryden non viene nemmeno menzionato nei titoli di coda, ma dopo questo plagio è difficile pensare che il cameo di Abraham Lincoln, in questa versione Zardoz
non sia "ispirata" direttamente dai (tanti altri) lavori dell'artista. Nell'articolo su Wikipedia sul film queste vengono archiviate con l'etichetta di "Influences"; dalle nostre parti non le chiamiamo così... Ma la prima cosa che ha catturato la mia attenzione oggi, nel mio browsing mattutino su DeviantArt, è questo:
Ricordate i miei Giganti della Notte per il film "Mostri" (1985)?
Forse è proprio vero, tutto è già stato fatto. E si continua a rifarlo.
Forse è proprio vero, tutto è già stato fatto. E si continua a rifarlo.
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