28/02/10

M for Vendetta

A partire dal film preferito del protagonista mascherato, The count of Montecristo,


V for Vendetta di J. Mc Teigue (2005)

è un vero polpettone di stereotipi e "citazioni" sulla figura dell'uomo mascherato, a eccezione forse della lettera "A", dalla "B" di Batman alla "Z" di Zorro; ambientato in un Regno Unito mediamente distopico (le distopie non-termonucleari lasciano sempre un certo margine di dubbio, di questi tempi) racconta di una orribile sperimentazione del Governo Inglese sui cittadini che ricorda da vicino l'infame unità 731 di Nanking, e attraverso una serie di vicissitudini più o meno prevedibili e tutte più o meno prevedibilmente violente arriva alla minaccia più diretta e più realistica che possa interessare lo spettatore-medio: quella televisiva, ovviamente, e lo fa attingendo a piene mani dalla "realtà multimediale" della minaccia terroristica messa in scena durante il governo di Bush, Blair e Berlusconi... Senza dimenticare un "omaggio" al classico 1984


orwelliano, dove questa volta (vent'anni dopo, parafrasando Dumas) John Hurt fa il verso al Big Brother invece di subirlo. E, per dovere di cronaca, non dimentichiamo una spolverata di pepe nero, riferito a uno qualsiasi dei recenti scandali di pedofilia clericale che in questo caso serve solo da intermezzo tra un omicidio e un'esplosione


e per rendere attraente nell'unico modo possibile l'inconsistente presenza (poco) femminile della protagonista Natalie Portman, travestendola appunto da sexy-lolita da dare in pasto al vecchio sporcaccione cattolico...

Insomma, esiste qualcosa che non abbiamo già visto in questo film?


forse la caduta di Westminster, Big Ben compreso?

Può essere, ma non ci giurerei. E comunque non fa alcuna differenza. Forse il vecchio Stephen Fry con la faccia insanguinata, se non altro insolito, rispetto alle sue apparizioni più comuni; ma in questo caso, data la pochezza della sua parte in un film che -come il precedente- ho scaricato a causa sua, è il minimo che poteva capitargli...
Credo che l'unico elemento davvero inedito per noi sia quindi


the egg in the basket

la colazione filmica più originale dai tempi del french toast di Kramer vs. Kramer...

Non stiamo a insistere sull'ebreità di una roba scritta dai Wachowsky con la Portman prima donna....


ecco, appunto.

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