16/02/10

Pane e film

Inizialmente grottesco

Nun va Goldoon di M. Makhmalbaf (1996)

sin dal titolo per noi Italioti, che traduciamo in "Pane e fiore"; la persona del poliziotto sembra uscita da uno di quei film del filone nazi-donne-nude anni '70. Il monosopraccigliato sembrerebbe cercare lavoro come attore; un istante enigmatico; si scopre che il regista del film -dal fiabesco nome che nel Medio Evo si sarebbe forse detto Mamalbaffo- ha interpellato costui per interpretare la parte di sé stesso-poliziotto in un film ambientato negli anni '70 (appunto).


Ma senza nazi-donne-nude; si ricostruisce invece la vicenda del regista che "voleva salvare il mondo" e del poliziotto innamorato, che grazie alla genuina bruttezza fisionomica e alla bellezza degli occhi -specchi della sua anima- crea una delle icone cinematografiche più paradossali e toccanti dai tempi del John Merrick di Elephant Man.


Questo è il mio primo film Iraniano, parlato in Farsi (che è meno peggio dell'Arabo all'orecchio, ma non meno incomprensibile); ha l'intensità del Neorealismo Italiano mentre ormai anche il Belpaese è digitalizzato, e dunque appare sospeso -ironia della sorte- in una bolla artificiale anni '70; per chi è stato bambino allora, riconoscere questa strana "atmosfera" rafferma in un paese tanto straniero (a differenza dei paesi dell'Est, dove il settantismo imperante è molto più prossimo al Ns. originale dell'epoca) e sapendo il film vecchio di soli tre lustri, è un'esperienza oltremodo singolare.

E poi -ancora- Lei; che appare solo in qualche fotogramma qua e là, solo nelle espressioni sul viso della giovane protagonista, appena oltre il velo nero del chador e quello fulgido della illusione, l'incarnato limpidissimo e le sopracciglia guizzanti.
Non è Alice, questa, ma sono ancora più contento di rivederla; almeno in un film.

Dell'opera di Mamalbaffo, non direi che si tratta di "pura essenza di cinema", come scrive qualcuno; ma neppure che è "piatto come il pane azzimo", come scrive qualcun altro; quello che mi pare ovvio, è che vediamo la nuova cinematografia di un Paese perlopiù ignoto espressa in un film che guarda al suo violento passato con uno sguardo compassionevole, colto e distaccato; ci potrebbe importare di meno, se non fosse che tutto appare come dire "nuovo", quasi un'opera sperimentale di quell'arte che da noi è un'appendice organica dell'Industria, e questo "Momento di Innocenza" (titolo quasi-internazionale assieme a "Pane e fiore") è un momento comunque rarissimo per la sua qualità precipua di innocenza artistica, in cui i millenni di storia precedenti la cultura Occidentale e il suo immediato declino sono manifesti nella monolitica sobrietà stilistica dell'autore. Di semplicità epica, di eleganza preistorica e decenza mitologica, si intuisce (malgrado il sottotitolaggio abborracciato e la mia grave ignoranza linguistica) che i dialoghi rispecchiano il relitto di una poetica sacra più antica del più antico templio Greco; anche se non si capisce, si sente. (in part., quando il poliziotto racconta la vicenda della ragazza al giovane attore).
Possiamo solo prenderne atto; il sospetto fondato è che Gilgamesh sia l'opera di un futurista Iraniano del 1974.
Comunque sia, Nun Va Goldoon è uno dei pochi film "100% fresh" di Rottentomatoes.
Non incorporabile, ma visibile integralmente, su Youtube.

1 commento:

  1. è quell'archetipo muliebre bastardo del basso Mediterraneo, lo stesso della prima Natalie Portman (la giudea =)
    cosa c'entri con le meticce Sarde, non lo sapremo mai

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