31/01/11

The pop'eye

Stranamente, il titolo del mio post è la traduzione letterale dell'improbabile 


Il pap'occhio di R. Arbore (1980)
-
Con un quasi-sosia di papa Wojtyla e un quasi-Pertini


e con la reggia di Caserta che fa il Vaticano, Arbore si inventa questo papocchio dove riunisce il cast de L'altra domenica a partire dal Benigni


alle sorelle Bandiera


a Marenco


e il suo inseparabile -ma fino ad allora invisibile- amico d'infanzia Carmine


e con una serie di ospiti famosi, tra cui Abatantuono:



De Crescenzo nella parte di dio


anzi



e Martin Scorsese nella parte del regista televisivo


all'epoca sposato con la Rossellini



che cita:


ma c'è anche Ruggero Orlando -in extremis- che commenta una parabola


e un cameo coatto di Julio Iglesias


Il film di Arbore fu sequestrato per "blasfemia"; il plastico del cupolone viene abbattuto


(solo nel 2009 vedremo quello più realistico di 2012)
Benigni dipinge un pugno all'angelo del giudizio universale


la Rossellini seduce il papa

 ...
per quanto mi riguarda, non si può escogitare un'accusa più paradossale di questa, perché non può esistere nulla di altrettanto "blasfemo" quanto lo è una istituzione (o meglio, industria) religiosa; ma pure immedesimandomi nella parte del cittadino benpensante, la mia indignazione viene innanzitutto dall'estrema vaghezza dell'opera, che dovrebbe avere l'unico scopo di produrre ilarità nell'utenza -non offrendo proprio nient'altro che sketches comici e intermezzi musicali non proprio eccelsi- e in questo fallisce clamorosamente; ma secondo l' (unico) utente italiano su IMDB è paragonabile ai Monty Python, e per il brasiliano è "uno dei più divertenti mai visti"... 
Comunque sia, una puntata de L'altra domenica era più divertente di questa roba.
Per quanto riguarda la presunta blasfemia, avrebbe forse potuto essere una bella spinta pubblicitaria, e non mi pare che esistano indizi per giustificarla altrimenti; ma visto che fino al '98 il titolo è stato introvabile, non è stata una grande mossa; oggi un blogger qualsiasi può accusare il papa di blasfemia, e non succede niente.
Giudizio: TV anni '80, ma solo il meglio.

E questa immagine nel 2011 ci fa apprezzare la nostra beata ignoranza del 1980:

I guerrieri della motte

The Warriors di W. Hill (1979)
-
è davvero un pessimo film, e che io ricordi il peggiore Hill, che prima di questo aveva diretto The driver e poi The long riders, opere tutt'altro che spregevoli. The Warriors è un film antichissimo e cigolante, skippato qua e là a ritmo crescente; ormai dalla frequenza di questa azione (fino a ieri praticamente sconosciuta) posso riconoscere un valore essenziale del film, che se vale almeno la pena di  essere visto tutto si può considerare riuscito, al di là di ogni possibile valore aggiuntivo. Non ho mai visto The driver e The long riders sul computer, ma non credo che li avrei sottoposti alla crudele, inumana tecnica dello skipping, sotto cui è caduto ripetutamente questo titolo; puerile, talvolta risibile (in alcuni combattimenti semi-trash) e privo del più vago indizio di un contenuto. 

L'unica nota positiva consiste nel rivedere facce conosciute anni dopo, riconoscere gente sconosciuta -ma vista mille volte sugli schermi- vedendola qui da giovane, come la mascolina Mercedes Ruehl, che ricordo in The fisher king, e che non credevo fosse stata mai giovane, ma qui in effetti sembra meno vecchia:



l'inconfondibile fisionomia di David Patrick Kelly, qui al suo esordio, citato qui tra quelli della gang del regista, e che tutti ricordiamo come fratello di Benjamin Horne (Jerry) in Twin Peaks:


e infine il casco di capelli di Thomas G. Waites, che noi bloggers cinefili ricordiamo tutti come Windows in The Thing

E Basta. The Warriors è tratto da un libro (!?!?) di un Sol Yurick e scritto dal regista con un David Shaber.
Il titolo originale era I duri della sinagoga di Madison. (=) Nel 2005 è uscito il videogame The Warriors.

30/01/11

Tableaux rêvants

 Dreams di A. Kurosawa (1990)
un film di Kurosawa ottantenne, prodotto da Spielberg; con gli effetti speciali della ILM e Martin Scorsese che fa Van Gogh:


questi "sogni" di Kurosawa sono scenograficamente notevoli:






ma ancora, proprio come per Inception (V.) e per tutt'altri motivi, l'onirismo qui sottomesso all'artificio artistico anziché all'azione commerciale, non è comunque abbastanza onirico da impressionarmi. Sarà perché non ho mai sognato tanti fiori, o arcobaleni, o soldati zombie azzurri, regine delle nevi o uomini truccati da "volpi", o vulcani incandescenti, o cose che stranamente mi sembrano tratte dal folklore nipponico più che da un liber somni; sarà perché non ho mai sognato di camminare in un Van Gogh:






comunque sia, anche questi "Sogni" giapponesi hanno poco del sogno, per il blogger italico.
Tutti bei quadri da guardare, anche quando non sono tratti da Van Gogh, ma non è certo la bellezza a rendere onirica una sequenza; la cosa più surreale tra questi "sogni" è appunto la trovata delle passeggiate negli scenari dipinti, e forse per una mia deficienza personale non riesco a collocare nemmeno questa tra le possibili attività oniriche. Del resto, io sono soltanto un blogger, non un regista di samurai.

Il film di Kurosawa finisce come potrebbe iniziare un film di Tarkovskiy:


Giudizio: pittorico.

28/01/11

Quel che resta di Peter


The lovely bones di P. Jackson (2009)
il tema portante dell'omicidio di Heavenly Creatures... Con una componente mystery-escatologica come in The frighteners... E la spettacolarità di Lord of the rings... Trattato con il tocco gentile di King Kong.
 Il risultato è filmicamente anche peggiore di Bad Taste, che però al contrario era costato 10.000 dollari e ne valeva un milione; questo ha l'aria di essere costato un miliardo, ma non lo pagherei 10 dollari. Se li avessi.
Il film è tratto dal libro di una Americana, scritto da Jackson con la moglie e la Philippa Boyens che ha scritto con loro la saga degli Anelli; è una storia alquanto puerile, rispetto ad ogni argomento toccato, in un pastiche  thriller-mystery-soprannaturale tra The Fountain (V.) e Ghost dove tutto il possibile interesse per la componente metafisica si risolve in quattro, anzi cinque scene di CG:







La giovane attrice dall'esotico nome di Saoirse Ronan ci offre uno sguardo più incantato di quello del regista


in fondo la cosa migliore del film, assieme alle navi in bottiglia, mentre il muscolare Whalberg


e la solita piagnucolosa (ma non morente) Weisz ormai avvezza all'oltretomba (V.)


sono a mio parere un madornale errore di casting.
Una delusione, per il blogger. Il paragone con i primi lavori di Jackson è ridicolo, dopo il successo mondiale di  Lord of the rings; ma è altrettanto inevitabile, per il cinefilo, non rimpiangere la pochezza materiale di quelli rispetto alla loro carica innovativa e all'originalità. In particolare, è l'inevitabile confronto con l'altro omicidio di Jackson, Heavenly creatures -pure inframmezzato da quadretti fantasy- che non regge. Questo è un film per famiglie... Senza figli.

27/01/11

What

Men are balls, women are holes; that's it.

26/01/11

Bloggin'

I'm writing now what was crossing my mind about 25 years ago, in the form of the screenplay that it was supposed to be, being the idea that of a motion picture, "The flying corporal". I haven't written anything which could relate my cinematic fantasy to my daily military life, nothing about the movie  itself, except for reviews. Review is the ultimate form of cinema, more or less like bones are the ultimate form of a man. Now, I've got my box of bones, and I'm using my very breath to revive them. There are reviews, and drawings. I mean, sketches.
That's where everything comes from; idea is just a reflection of what the ancient verb meant.
"I am a machine for seeing and for remembering."
I am no screenwriter, nor English at all.
Nonetheless.
This is what I've always wanted to do, in this kind of "life".
Like when you're an old piece of junk, and you must find a single reason why you have reached that point, then you don't have to think about how many electric rams* you have built, how many walls you have painted, how many blackberries you have gathered, how many road signs, or webpages you have made, or how many words you have written, but you can say: I have done what I wanted to do when I was a child.
Which is exactly what everyone would do, if we just didn't stop being children.
This is the hardest part, as you may know, for an "adult".
Yet this is what I have to do, and if I have to fill up a number of virtual pages with words, and if those words can't be written in my native language, I will do it. In fact, I should be doing it right now.
In fact, I am doing it, right now.

*) Do androids dream of electric rams, too?

24/01/11

Oggetti di studio

Il fatto che gli UFO siano oggetti volanti ha sempre suggerita una cosa più o meno scontata per l'osservatore terricolo: che vengano dal cielo. Anche se nessuno, vedendo atterrare un Boeing all'aeroporto, pensa che venga dallo spazio, è inevitabile tendere all'idea che questi oggetti non-identificati non appartengano in origine alla medesima biosfera planetaria; benché la stragrande maggioranza del pianeta stesso -composto perlopiù d'acqua, e quindi denominato Terra, per togliere ogni dubbio sulle capacità dei suoi abitanti dotati di parola- sia del tutto inesplorata, per non parlare della completa ignoranza umana sull'interno del pianeta, e della nostra grave limitazione percettiva in generale, è quasi escluso a priori che tali meraviglie celesti possano avere origine in fondo ai cieli, tantomeno laddove non sia la prodigiosa intelligenza dell'uomo a governare. L'accumularsi delle ipotesi nei miei processi mentali dedicati a questo argomento mi porta a considerare sempre più verosimile l'idea di una razza "aliena" che condivide con l'uomo questo stesso habitat; poiché questo luogo è un punto come un altro nello spazio teorico, di fatto non meno ignoto per gli abitanti di questa schiatta di quanto non lo siano Saturno e Nettuno. Forse c'è gente di altre razze che abita in città assieme a noi; forse completamente integrata, forse del tutto impercettibile; forse del tutto simile a noi, o del tutto differente, che sia invisibile o camuffata; che le genti al potere ne siano al corrente, amici o nemici che siano, e che si combattano guerre segrete tanto per il potere quanto per il Segreto... ogni teoria a questo proposito ne vale un'altra, perché non c'è un solo indizio di certezza; ma considerando soprattutto la gravità di questa ignoranza, che si può intuire anche solo scalfendo il muro di gomma, è facile concludere che l'uomo evita soprattutto di avvicinarsi all'unica conoscenza davvero necessaria -l'unico fondamento possibile per ogni forma di sapere- che è quella riguardante sé stesso. Forse è necessario riconoscere quanto NOI siamo alieni, prima di tutto, per poterci soltanto indirizzare verso qualsiasi ricerca di Altro; fino ad allora, il Vs. blogger continuerà a sentirsi un alieno consapevole, ma soltanto della sua alienità, in un mondo di alieni inconsapevoli di questo stesso fattore, e tutti ugualmente colpevoli di conservare inalterate le loro tradizionali paure e la loro antica ignoranza -in altri termini, quel mucchio infinito di parole che è la nostra falsa-cultura imperante, la Logosfera Cattolica. E' vero, "Occorre una vita intera per scoprire di essere morti", ma prima sarebbe buona cosa dedicare un pensiero a cosa può voler dire essere "morti", escludendo per un attimo la gravità schiacciante del pensiero materialista, della "realtà relativa" che costituisce spazio e tempo. Qui, e Ora.
Forse gli UFO vengono da un pianeta perlopiù inesplorato chiamato "Terra"; e forse gli "alieni" in fondo ai cieli siamo sempre e soltanto noi.

Bandito

Può succedere: un giorno ti rendi conto... Hai coscienza di quello che non è stato, e perché; perché secondo qualcuno certi animali andavano ammazzati, fatti a pezzi e mangiati: bovini e suini, soprattutto, ma anche polli e pesci di ogni sorta... addirittura equini, i nobili selvaggi. E ogni altra creatura considerata "non domestica"; le oche, i fagiani, gli asini, i cervi... Ad altri animali invece si deve dare vitto e alloggio, cani e gatti. E qualche uccellino, o pesciolino colorato. Nessuno troverà mai una spiegazione ragionevole per questo... naturalmente. Ma è così. Soltanto i Cinesi mangiano cani e gatti, ma i Cinesi mangiano qualsiasi cosa che si muova. Gli Occidentali allevano più vacche di quanti sono i Cinesi, ma cani e gatti la fanno da padroni nelle loro case. Su questo scenario di follia preferenziale, ormai abbastanza antica da essere divenuta abitudine genetica e pilastro dell'economia internazionale, non è necessario ricercare i motivi della preferenza (animali grandi = tanto cibo) particolare, ma è utile osservare questo settore del Falso che viene imposto ai terricoli come realtà quotidiana. Non è necessario mangiare nessun tipo di animale e purtroppo, adesso lo so, nemmeno ospitarne uno in casa: ma oggi ho questa consapevolezza, e la possibilità di pensare a cosa sarebbe questo mondo se questa particolare bugia, nel Sistema Globale di Falsificazione, fosse eradicata. Possibilità che mi permette di intuire quello che non è più  nemmeno immaginabile, l'Armonia tra le creature terricole. E' principalmente questo che viene negato a tutti i costi alle masse dei consumatori; e la mia consapevolezza è quella di vivere ogni giorno CONTRO questa falsità omnicomprensiva, universale, di essere stato bandito dal Paradiso Terrestre dal dio degli ebrei, dalla Logosfera Cattolica, e ogni sua abominevole conseguenza...

Il che mi ricorda l'interrogativo del giovane Hannibal Lecter nel film di ieri (e la migliore battuta del film): "Pensi che dio avesse intenzione di mangiare Isacco?"



Interrogativo da non sottovalutare, con un personaggio di quella risma.

23/01/11

La ricetta del dott. Lecter

 Hannibal rising di P. Webber (2007)
Come ci si può aspettare qualcosa di interessante da un film franchise? Non è una cosa impossibile, certo, ma è meglio non farlo, e io non lo faccio mai. In questo modo si possono apprezzare le variazioni sul tema, la messa in scena, le recitazioni, le inquadrature... Il cinema, insomma, che è per così dire inevitabile assieme al prodotto. Che è questo film.

Di intrattenimento seriale. Iconico. Abituale.
La carriera del Dr. Hannibal Lecter, da bambino aristocratico Lituano risparmiato (o meglio, avanzato) durante l'inverno bellico, a studente di medicina


a samurai

a cannibale buontempone


fino al suo ruolo famoso nel mondo, di superstar criminale, incarnata qui da un tale Gaspard Ulliel, con una spiccata Ruga Francese (V.):


in compagnia di Li Gong


e il cameo di una vecchia signora che non vedevo da tempo sugli schermi, la storica C69:


arma onirica.
Manhunter non mi era piaciuto (nel 1987); Silence of the lambs era così-così, Hannibal era più violento di Rambo, ma elegante; il primo aggettivo che mi viene per questo è: prequel. Ma non è valido come aggettivo, è solo un' etichetta ingombrante, che copre parte dell'opera. E' un film linguisticamente corretto, un film che si lascia guardare; e, alla fine, temo che il mio giudizio migliore sia ancora e solo: prequel.


Una nota: conoscendo il personaggio, e vedendo qui illustrate "le origini del male" -effettivamente spiacevoli- che hanno scaturito il fenomeno cine-letterario e il franchise, mi pare che la recisione dei garretti e una "M" incisa sul petto

(ironico omaggio a Lang?)

non siano esattamente delle cattiverie all'altezza della situazione generale. Visti tutti i soldi che gli ha procurato, Harris avrebbe potuto anche spremersi le meningi per trovare al suo contro-eroe una vendetta un poco più diabolica e più soddisfacente, anche per l'occhio dell' utenza... (Warning: spoiler!)
E poi, speravo proprio di vedere quel famoso tizio del censimento... e soprattutto, la ricetta per le fave.

P.S.: ancora, aproposito dell'Orso (V.) giocattolo primordiale; eccolo: