08/10/09

I bei tempi andati

Anche oggi ho ripetuto il mio antico adagio "l'unica cosa bella dei tempi andati è che sono andati"; sarà lo stesso per il mondo intero, ma qualsiasi epoca ricostruita in qualunque film (a parte gli anni '80) sembra rivelare una bellezza che è semplicemente uno stadio precedente del degrado socio-ecologico e morale che viviamo Qui e Ora. Una realtà che non abbiamo mai vissuta al di fuori di un cinema, che non abbiamo mai nemmeno intravista fuori dallo schermo, se non in qualche fotografia. Questa ricostruzione meta-storica, della atmosfera di un'epoca conosciuta solo attraverso i media, è un lavoraccio in cui ben pochi sembrano essere riusciti pienamente, a partire da Paper Moon di Bogdanovich e Chinatown di Polanski. Non mi sembra invece che la prova di Richard Linklater


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possa dirsi tale. Benché questi fratelli cowboys e rapinatori gentiluomini siano di fatto le incarnazioni di una gentilezza che se non è del tutto scomparsa è decisamente fuori moda da decenni; la loro convinzione criminosa è molto prossima alla cruda verità del mondo economico e, come ripete per due volte uno di loro, rapinare le banche significa (oggi come allora) rubare a dei ladri che hanno un' assicurazione sul loro malloppo. Benché -ancora una volta- gli interpreti siano tutti efficaci nelle loro parti e persino simpatici malgrado la loro americanità predominante (una delle anomalie che rendono pressoché unica l'opera di Linklater) e malgrado l'impeccabile messa in scena con un budget che dicono risibile; dunque, cosa manca a questo film? Niente; di nuovo, non si rischia di cadere nel cinema di genere, e se da un lato è una crime story con elementi di commedia, come potrebbe dirsi ad es. The Brink's Job, si rivela nel finale come una lunga dramatization che si conclude con la divertita testimonianza dei vecchi Newtons sopravvissuti.
E' ancora un quid cinematico difficile da isolare, quello di Linklater, o la capacità di far scorrere il film senza forzature stilistiche, forse un rarissimo caso di puro e semplice talento, che con una sceneggiatura più o meno perfetta come quella di ieri si realizza in piccoli semplici capolavori; e che anche in questo caso non lascia nulla da rimpiangere, se non l'accidentale necessità di un impianto che potesse distinguere assolutamente il film dalla "ricostruzione" (+ soldi, e un taglio meno tradizionale) e il mero divertissement da un'altra perla filmica.
Insomma, che tutte le commedie Americane possano essere di questo livello, ma è già inevitabile per me sperare che il prossimo Linklater del mio cineforum torrenziale vada -come è sempre andato finora- un po' oltre.


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