28/10/09

Una Storia Americana (Don't fuck up with Aragorn)

Infine, sono riuscito a scaricare il film giusto, anche se non doppiato:


A history of violence di D. Cronenberg (2005)
☻☻☻

La storia è quella degli Stalls, una bella famigliola-tipo di Millbrook, Indiana - USA; e questo è il primo indizio. Il film è stato girato a Millbrook, Ontario, CA.


Tutto sembra OK per tutti, a parte il figlio maggiore che viene minacciato da un bulletto dopo l'ora di ginnastica.

Papà Tom (Viggo Mortensen) ha una tavola calda, che un bel giorno cercano di rapinare:


Per i due malcapitati la fine è rapida e quasi indolore.
Divenuto eroe cittadino, Tom viene perseguitato dai media e da tre brutti ceffi, tra cui Ed Harris che insiste nel chiamarlo Joey; nel frattempo il figlio si vendica delle angherie subite a scuola, ma a differenza del padre si limita a malmenare il bullo -- e per questo becca poi uno schiaffone da Tom. Dopo una visita al suo locale, i tre gangsters fanno visita alla famiglia e pretendono di portare Tom a Philadelphia. Inutile a dirsi, Tom ne stermina due sul posto ma viene ferito da Ed Harris e sta per soccombere


Quando il figlio interviene e sistema la faccenda con un colpo di doppietta alla moda di Uncle Fester, alle spalle; e questa volta si merita un abbraccio del padre.
Infine il fantomatico Richie, di cui abbiamo solo sentito parlare, chiama Tom e lo invita a Philadelphia; Tom sale immediatamente in auto e lo raggiunge. Si trova così in un ufficio con il buon vecchio Bill Hurt davanti e due gorilla armati dietro:


Abbiamo saputo intanto che Joey Cusak è il vero nome di Tom Stall, ex-assassino della mafia Irlandese che si è rifatto una vita tra i bifolchi; la tessera mancante era William Hurt as Richie Cusak, il fratello maggiore. Che adesso lo vuole morto. Evidentemente.
IMDB ci ricorda che Hurt è stato candidato all'Oscar per questa parte, benché i minuti in cui compare sullo schermo si contino sulle dita di una mano piuttosto monca. In effetti un premio se lo sarebbe meritato: dapprima è William Hurt cattivo, che non si era mai visto prima; poi è il bravissimo William Hurt nella parte del boss mafioso semplicemente allibito dall'incompetenza del suo personale. Malgrado l'alta tensione del finale, devo ammettere che questa situazione mi ha divertito parecchio.
Purtroppo, e anche abbastanza prevedibilmente, Joey fa saltare le cervella a Richie, e le ultime battute del film sono altri indizi rilevanti:
"Jesus, Joey" dice Richie.
"Jesus, Richie" dice Joey.
Bang.

(WARNING: SPOILER)

L'ex-eroe ed ex-uomo-medio torna sulla scena del suo più grande delitto. A casa:


dove il resto della famiglia è riunito a tavola. Nel silenzio tombale, la piccola aggiunge un piatto per il paparino, il figlio gli passa il solito polpettone. Gli occhi tristi di lui cercano lo sguardo di lei all' altro capo della tavola, e un segno di perdono; le lacrime sul viso della moglie ci lasciano intendere che tutto è di nuovo OK per gli Stalls, benché di fatto il loro stesso cognome sia soltanto l'invenzione di un killer.

Una grossa differenza tra gli USA e il Canada, di cui Cronenberg è un fiero rappresentante, ci era stata illustrata efficacemente da Michael Moore nel suo Bowling for Columbine del 2002; benché in Canada, rispetto agli USA, la percentuale di gente armata sia financo maggiore, quella degli omicidi è indefinitamente più bassa. Gli indizi presenti in questo film Canadese, opera di un autore Canadese che ha sempre utilizzato il genere horror come strumento per una analisi psico-sociopatologica più o meno raffinata, sono sufficienti per azzardare l'ipotesi che questo sia un ritratto degli Stati Uniti quantomeno sincero, e tanto la trasposizione della scena Americana riprodotta in un omonimo -e anonimo- paesello Canadese, quanto il fatto che questo si trovi in "Indiana" (mentre nella graphic novel era il Michigan) possono avvalorare questa ipotesi. Che il sangue non mente; che i geni di quegli stessi parassiti sanguinari figli di mignotta che hanno sterminato i veri Americani sono gli stessi tramandati agli Americani di oggi; quelli che hanno una casetta di proprietà con giardino, l'automobile nel vialetto e due figli -- un maschio e una femmina. Quelli che vivono il Sogno.

Parliamo di quella zona virtuale di quella dimensione astratta che è il tempo: gli Americani di oggi non girano più a cavallo (a parte William Shatner) e probabilmente alcuni di loro sostengono le varie cause a favore delle riserve Indiane. Joey Cusak, dal canto suo, non uccide più la gente se non vi è costretto; non lo fa più per lavoro. E' un assassino pentito, in parte redento grazie al suo difficile ruolo di padre di famiglia; è diventato un "brav'uomo"; fa il barista. In effetti il "tempo" è la più grande delle illusioni dimensionali di questo posto, ma la sua espressione vivente Qui e Ora, il cosiddetto DNA, è qualcosa che in ogni caso non ci siamo costruiti da soli. Credo che il film di Cronenberg sia soprattutto questo: un apologo genetico del Più Grande Paese al mondo. Non per niente si intitola a HISTORY of violence; non è una semplice STORY.
E anche come film, non è niente male; peccato che sia tratto da un fumetto.
Americano


3 commenti:

  1. O come dice questo qui: <<..giving rise to larger cultural questions connected to the entrenched institutionalization of aggression as a major means of problem solving in this country.>>
    http://wbai.org/index.php?option=content&task=view&id=6985&Itemid=2

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  2. E se ad es. un giornalista di Dallas, TX, lo definisce "tra i migliori film dell'anno", cosa possiamo pensare?

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  3. In ogni caso, è all'87% FRESH su rottentomatoes; vuol dire che gli Americani non l''hanno capito. O che *fanno gli Indiani*

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