06/10/09

La Grande, Grande Balla

E' un momento triste per me; farsi tirare il pacco è una gran brutta cosa, ma non poter fumare è la peggiore in assoluto. Dopo quasi un quarto di secolo di consumo abituale, e dopo la fine di un secolo che ha vista l'antica pianta sacra degradata, dal già basso rango di mero medicinale a quello di stupefacente illecito, sono un testimone sempre più indignato, nauseato, esacerbato da una forma di ipocrisia al potere che non potrebbe essere più spudorata, e più perniciosa per il popolo. Nondimeno, la mia testimonianza riguarda tutte le infinite proprietà benefiche della stessa pianta a partire dalla mia presenza in fondo a questo cielo, la cui insostenibilità in costante peggioramento si rivelerebbe ben presto con la mia giustificata assenza.

Viviamo in un mondo in cui la canapa è illegale e dichiarata ufficialmente "priva di virtù terapeutiche", dopo che l'umanità l'ha usata fin dall'alba dei tempi per ogni possibile malanno -e ogni altro possibile utilizzo; non dobbiamo tradurre le prescrizioni mediche fatte agli imperatori Cinesi di 5000 anni fa per averne una testimonianza, basta leggere le etichette di pasticche e sciroppi per bambini che si sono venduti nelle farmacie/drogherie fino agli anni '30 del secolo scorso, il cui ingrediente principale era la canapa:



A parte gli oppiacei, che sono decisamente più difficili da controllare, non esiste rimedio naturale più palesemente efficace e benefico per l'organismo umano; non abbiamo bisogno di sperimentazioni cliniche ed esami al microscopio, e tantomeno di proibizioni, sapendo che dalle ricette dei cinesi agli sciroppi dei nostri nonni sono trascorsi dei millenni.
Tuttavia, è proprio questo che occorre alla società moderna, e per qualche motivo oscuro, o per le tremende pressioni popolari, sembra che oggi qualcuno abbia interesse nella sperimentazione, fino a oggi vietata, della canapa contro le più terribili e invincibili malattie "moderne".

Ma qualcuno ha mai sentito dire che un qualsiasi personaggio dell'antichità, uno scrittore, un generale, un imperatore o un faraone, sia morto di cancro?
E se è pur vero che l'ambiente cittadino di oggi è quanto di più insano e cancerogeno, a differenza dell'habitat umano pre-industriale, quando dopo decenni di proibizionismo si inizia a parlare di sperimentazione della canapa contro il cancro ogni dubbio è più che lecito riguardo la possibile realtà occulta del mercato farmaceutico, la cui unica fonte possibile di guadagno sono le malattie, e dove i malati sono solo conduttori non proprio accidentali a questa fonte; sappiamo che i governi hanno tutte le buone -e uniche- ragioni del mondo nel mantenere la proibizione giustificandola con la più paradossale scusa della tutela della salute pubblica (poiché è questa, e non un' altra, la Grande Balla); ma il fatto che concedere o proibire una specie vegetale al popolo smuova milardi di euro e/o dollari ogni anno, "illeciti" (quindi, in ogni caso, non tassabili) se si tratta di "droga" e "leciti" se sono prodotti di monopolio, non è un fattore di poco conto; su questo stesso principio si sostengono ancora i governi di interi paesi che altrimenti morirebbero di fame (V. "cocaina"). Possiamo solo immaginare gli interessi spropositati delle più grandi industrie mondiali, che non a caso sono le multinazionali dei farmaci, del tabacco e dell'alcool (oltre alle armi, che possono anche servire a combattere i trafficanti, ma anche ai trafficanti stessi) nel mantenere questo stato delle cose, o meglio nel farlo mantenere; non solo non avremmo bisogni di avvelenarci con l'etile, e con il tabacco radioattivo e super-additivato delle sigarette, non solo non avremmo bisogno di farmaci sintetici dagli effetti collaterali spesso peggiori del male per combattere innumerevoli malattie, ma probabilmente saremmo anche tutti molto meno malati, in generale...

Il fatto è che probabilmente la cannabis e i suoi derivati hanno tra le loro proprietà anche quella di aprire gli occhi alla gente; di rivelare istantaneamente tutta la falsità, la cattiva fede, il pregiudizio costruito a tavolino e il potere della disinformazione, tutta l'infamia del regime proibizionista che si ritrova facilmente in ogni settore della vita politica, e arriva nelle case di ogni cittadino con i giornali che legge, con quello che guarda in tv, con quello che mangia e beve... Con "la vita che fa", insomma.
E' uno degli "effetti collaterali indesiderati" di questa panacea, che al di là degli smisurati interessi economici -apparentemente, gli unici reali interessi dei governanti- potrebbero motivare il peso di questa longeva e mastodontica farsa con la quale pretendono di rinnegare l'intera storia della medicina e della spiritualità umana, separandole tra loro in maniera decisiva, come di fatto non sono mai state prima.

Purtroppo non parliamo di individui, di sognatori, di bloggers, ma parliamo di governi e governatori, della élite plutocratica globale, di chi non ha bisogno di esprimersi attraverso parole che non si possano tradurre immediatamente in leggi, e attraverso queste in fatti.
Qualche tempo fa ho tradotto quel Classico che è ormai considerato "The Emperor Wears No Clothes" di Jack Herer -link alla versione originale sul suo sito; ci ho messo un paio di mesi, lavorandoci nel tempo libero (e siccome lavoravo, era poco) e quando ho finito di correggerlo non ho esitato a contattare qualche sito "a tema", che me lo pubblicasse dov'era ben visibile, con un target mirato e sicuramente più folto di un sito personale o di un "blog". Al mio appello risposero in tre: enjoint.net, dolcevita.it. e marijuana.it; ai primi due link l'opera è ancora accessibile, il terzo sito è stato posto sotto sequestro preventivo. Chiunque legga queste parole è pregato di leggere anche quelle, prima che vengano oscurate.

1 commento:

  1. 14 aprile: dei tre siti oggi rimane soltanto dolcevita magazine. NON è un buon segno

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