Ieri sera, guardando The day the Earth stood still, mi interrogavo su un possibile motivo della mia anglofonia, coltivata sin dai tempi di scuola, ma sempre fuori dall'ambiente scolastico; vent'anni dopo guardo indifferentemente film e telefilm (Star Trek O.S.) doppiati o in lingua originale, perdendomi qualche battuta in caso di americanismo calcato, ma spesso arricchendo il mio vocabolario di Inglese con l'aiuto di internet (ad es. il rig(a)marole di The man from Earth, che per quanto ne so è anche l'unica sceneggiatura ad utilizzare un simile termine)...
Non ho trovata una spiegazione più valida oltre la possibilità di mettere in pratica questa conoscenza, utilizzandola ad es. per comprare del pane o della pasta (in ing. pasta) o per parlare di cinema (ing. cinema), ad es., about my 25 years old plots. Che mi pare un ottimo grado di invecchiamento anche per dei distillati filmici.
A meno che non abbia inizio una effettiva falsa-invasione UFO ordita dai Governi Imperialisti, come quella che potrebbero aver suggerita alcune visioni oniriche del passato, dove tale conoscenza potrebbe essere impiegata in qualche servizio di pubblica utilità; ma, almeno per oggi (venerdì 23.10) lo escludo.
Invece, dopo qualche giorno (o settimana?) l'unico ricordo positivo che mi rimanga del film Låt den rätte komma è quello del fiabesco maglioncino di peluche rosso del protagonista, che almeno dai tempi del liceo è l'unico capo d'abbigliamento che vorrei indossare malgrado non lo possieda. Una ricerca sul web mi ha rivelato che un simile capo è quantomeno raro anche nel campo dell'abbigliamento per l'infanzia -perlomeno a queste latitudini- e praticamente introvabile per un adulto. E' un simbolismo industriale, che a questa età mi fa riflettere; è qualcosa che non ho mai desiderato da bambino, o da ragazzo; oggi sarei disposto a pagare anche le spese di spedizione per averne uno, ma il prodotto semplicemente non esiste; è un motivo in più per detestare un mondo pieno di fabbriche di maglioni e di peluche sintetici, dove non esistono fabbriche di maglioni di peluche, ma anche per considerare la mia realtà psicopatologica nella sua più intima essenza, a partire dal desiderio.
E sicuramente non è un buon argomento per un post.
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