12/10/09

There will be Pineapple

L'estate insiste sfacciatamente, e ringrazio nostro Padre, il Sole, per mostrarci ancora il suo amabile volto di fuoco. Amen.
Di nuovo per funghi, di nuovo abbiamo lepiota per cena dopo un piacevole pomeriggio boscoso.
Poi, i film. Entrambi doppiati, ma dubito che la ver.or. sarebbe mai potuta essere migliore:


Il cibo è ancora caldo... Ah, che libidine!

Dice l'uomo nero e cattivo che trova la tavola imbandita deserta e in questa scena si rivela + divertente di entrambi i protagonisti, immergendo le mani nei piatti di portata. E' una delle due scene divertenti di Pineapple Express (2008) molto liberamente tradotto in "Strafumati"; un film che sa di Giudea a 140 miglia di distanza, nondimeno diretto da un tale dall'eloquente cognome di Green. Non abbiamo mai avuto dubbi sull'importanza che riveste il kanabosom nella sfera cinematografica ebrea, sin dai tempi più maturi di Billy Wilder; ma qui l'erba è ben + di un elemento casuale, è il titolo (una rara varietà di cannabis da fumo) e il McGuffin, nonché la piattaforma esistenziale dei protagonisti e delle loro scombinate vicende tra bande di spacciatori rivali e poliziotte corrotte. Dubitavo fino a un attimo fa del possibile valore aggiunto del parlato originale, ma mi contraddico subito immaginando che i dialoghi all'americana da super-stoner non potrebbero invece essere peggio di quelli messi insieme con dei pezzi di gergo multi-regionale italico e recitati con vocette falsamente alterate. Nondimeno, il film ha ben due scene divertenti, e la seconda è questa:


Dove il "classico" calcio per liberarsi del cristallo dell'auto durante un inseguimento produce risultati tutt'altro che utili per il pilota. Non si va oltre le due risate, probabilmente l'unico modo per apprezzare questo prodotto per teenagers strafumati americani è trovare una cospicua quantità del prodotto che lo intitola. Tant'è che su CinePassion qualcuno lo liquida con un lapidario "pretty bad". E non ha tutti i torti.

Il secondo film ha ben altre pretese, e si sente:


Il Petroliere / There will be blood di P.T.Anderson (2007)
Da un pezzo non vedevo D.D.Lewis, e devo ammettere che mi spiace di vederlo qui, dove tutta la sua bravura è al servizio della cattiveria cinematografica, ancora prima che letteraria, di questo pomposo, rutilante, finto-apologo sul capitalismo. E' un film con un interprete epico, epici scenari di morbosa desolazione, fors'anco un tono epico nella messinscena, una colonna sonora fastidiosamente epica; è un film tutt'altro che epico. Se dovessi assimilarlo a qualche altra materia delle scuole medie, direi "applicazioni tecniche". Se "Strafumati" vale appena due risate, questo ne merita soltanto una, ma dopo la visione.

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