06/03/10

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Quando la minaccia del lavoro incombe all'apertura del sipario di primavera, mi risveglio in un mondo alieno con la funesta impressione che non sia mai cambiato nulla, che ogni minima possibilità di sopravvivenza in questa logosfera fatiscente sia il miraggio della mia distanza relativa alle cose mondane; ciò che viene definito piacere, dal più minimo e indispensabile contatto con altre cose su due zampe, fino ad un apprezzamento viscerale dei nutrimenti, e ciò che viene accettato come dovere, la produzione di altre cose inutili che per il dizionario dissennato dell'uomo moderno sono i beni, la disperata convinzione che una simile attività possa in qualche modo produrre un valore che vada oltre quello più incomprensibile dei foglietti di carta con cui si compra il tempo delle nostre vite.

Guardo la mia barra dei preferiti qui sopra; cosa dovrei cercare su Google, o su IMDB? Ci sono argomenti validi per giustificare questa perenne umiliazione dell'essere, quando anche la maggior parte delle opere d'arte più complete e più moderne sono evidentemente beni di consumo incapaci di restituire la più minuscola particella di un valore ideale, o di un dubbio che merita di essere considerato? Qualche messaggio in arrivo su Email mi darà mai una risposta che non sia il solito milione di dollari riservato esclusivamente ad un undisclosed-recipient? Qualche grande amico su Facebook mi inviterà nel suo ranch Utopia dove la cura degli Houyhnhmns si alterna alla coltivazione della canapa e alla pittura surrealista? Oppure su Youtube vedremo finalmente strappare la maschera ai governanti del mondo, o su Garzanti Linguistica scopriremo il significato di Tutto ciò che elude l'antica e sempre imbarazzante grossolanità della logosfera umana, e giustifichi tutta la pena di vivere in un mondo di parole?...

Mi ritrovo con il computer acceso aperto su una dimensione che è il riflesso di questa virtualità fisica, ed è come se fosse spento, e il suo schermo riflettesse le immagini attorno; ancora una volta, dalla barra dei preferiti scelgo l'icona di Blogger, il mio segreto diario pubblico, e scrivo queste righe che avrei potuto scrivere in qualsiasi momento, e di fatto scrivo Qui e Ora; non c'è modo di eludere la falsità assoluta di questa dimensione illusoria, se non rinnegandola nel suo insieme, ma posso ancora richiamare in me quel principio di completa astrazione conosciuto come magia, il principio della mia ricerca in fondo ai cieli, il paradosso che genera l'essere umano, l'incomprensibile da cui deriva la sua logica, l'indescrivibile di cui tutti hanno sempre scritto qualcosa. Con quest'altra piccola, stupida parola, posso ancora definire ciò che trascende e crea ogni mondo possibile, nell'infinità del nulla e nella infinita piccolezza di ogni sua parte manifesta; ciò che ha dato vita all'abominio di ogni diabolica deità, rigenera nel flusso del pensiero la capacità di andare Oltre, di comprendere Altro, di superare sé stessi oltre il gioco di specchi e di fumo che è questo istante chiamato vita.

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