11/03/10

Post-Africano

Nel mio sogno, sono in Africa con Fowl Marker® e stiamo esplorando una zona desertica sotto il sole cocente; mi arrampico su di un basso costone roccioso, e appena riesco ad appoggiare i gomiti sul bordo e mi guardo attorno vedo due serpenti dall'aria abbastanza innocua, al riparo sotto due cespugli. Quello a sinistra è disteso sulla sua lunghezza, immobile, mentre l'altro è arrotolato su sé stesso. Ridiscendo subito, e descrivo questa scena a MF, che fa una smorfia; parliamo un po' delle precauzioni che dovremmo usare durante la nostra esplorazione, e io rido quando lui dice che "l'unica è fare del motocross".
Non abbiamo le moto.

Mi alzo, vado in bagno; poi lavo i piatti, metto una pentola d'acqua sul fuoco e preparo del burro fuso con della salvia in una padella, per fare dei tortellini. Mi accorgo di non avere fame, perché nel frattempo mi sono reso conto che non c'è niente di simile alla fame, al cibo, e al mondo in cui è necessario nutrirsi per vivere. Non c'è dubbio, mi serve una tazza di tè verde; il tè verde è finito da giorni, ma quando apro la scatola del tè ne trovo una bustina. In camera, mi preparo un piccolo J, che fumo bevendo il té verde, girovagando un po' sull'internet senza meta, o interesse. Passo da Google News a Facebook a Youtube, e infine mi ritrovo ancora qui su Blogger, nel mio blog.

E' il solito, vecchio sogno; la differenza con il precedente mi pare ovvia, e non è il fatto che in questa camera non debba preoccuparmi dei serpenti; qui non c'è niente da esplorare al di fuori dello schermo di questo computer, e infine l'unica vera ricerca, e l'unica possibile scoperta, avviene nella mia mente. Come sempre, e dovunque. Sempre Qui, e Ora. Riduco ancora una volta tutto questo in un codice che dai tempi dei Fenici mantiene intatto il suo potere occulto, perlopiù del tutto sconosciuto all'utenza alfabetica. Con il mezzogiorno il silenzio della via restituisce all'esperienza letteraria il suo valore profanatorio, da antica deità lovecraftiana; le voci amichevoli delle taccole risuonano lontane dall'alto. Anche oggi ho soltanto una risposta a questo enigma quotidiano che interessa suo malgrado il blogger e tutti i suoi lettori virtuali: NO.

Il sogno prosegue in silenzio.

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