Quello che mi chiedo dopo la visione di
My Winnipeg di G. Maddin (2007)
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è quello che si chiedono tutti, come quando si vedono quelle vecchie foto di sedute spiritiche con qualche ectoplasma che sembra finto, ma nessuno ha mai visto un ectoplasma dal vivo, e dunque...
Che Winnipeg sia la città con più sonnambuli al mondo?
Che migliaia di comparse in divisa nazista invasero la città in occasione dell'If Day?
Che il parco dei divertimenti Happyland fu raso al suolo e i suoi resti divennero parte della baraccopoli pensile sui palazzi cittadini (con una P in meno)?
Che un branco di cavalli fuggiti ad un incendio provocato da uno scoiattolo su un traliccio dell'alta tensione si tuffarono nel Red River restando prigionieri dei ghiacci?
Che il ponte d'acciaio costruito dalla compagnia londinese Vulcan Iron per collegare le rive del Nilo a causa di "specifiche errate" fu svenduto alla capitale del Manitoba a un prezzo stracciato?
Etc., etc.?
Quello che mi chiedo è: esiste qualcosa di nome Winnipeg?
Il film di Maddin è qualcosa tra un cinegiornale e un film surrealista, avvolto in una catena ininterrotta di parole che descrivono la sua esistenza assieme a quella della sua città; la sua fuga in treno dai confini cittadini è sospesa in un'atmosfera onirico-letargica mentre i fantasmi incombono fuori dal finestrino
Probabilmente molti dei fatti qui rappresentati, tra filmati d'archivio e ricostruzioni, corrispondono a una qualche realtà; ma quello che mi sembra più interessante del film di Maddin, una sorta di "Zelig" espanso da livello individuale a metropolitano, è la improbabilità di ogni cosa, a partire da una città perennemente innevata che a questo punto dell'inverno 2010 (il 15 marzo) mi sembra la cosa più assurda in assoluto; come la memoria di fatti e personaggi finisce per assomigliare a quella dei sogni, rivelando la vera natura di questa eufemistica vita in fondo al cielo.
Anche nel mio blog, come a Winnipeg, tutto è eufemistico.
Questo per alcuni è il film "più accessibile" di Maddin; un ottimo motivo per cercare subito gli altri.
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