21/03/10

St. Oliver e Quei diavoli scatenati della chiesa di Roma

Leggendo qua e là abbiamo scoperto che

The devils di K. Russell (1971)
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è stato tagliato per ottenere l'infame X (per soli adulti), mutilato in origine dell'intera scena in cui un crocefisso in scala 1:1 viene violentato dal branco di orsoline invasate. Questa:


Il film, come premette una didascalia in apertura, è basato su fatti storici, riportati da Aldous Huxley nel suo libro "The devils of Loudon"; nessuno scrittore o sceneggiatore potrebbe mai giungere altrimenti (nemmeno aprendo le porte della percezione) agli eccessi di psicopatia che hanno fatta la storia della religione in fondo ai cieli, qui incarnata da una Vanessa Redgrave

storpia e completamente pazza. In effetti tutto il film è una incarnazione di questa demenza, di questa insania che si manifesta in una sessualità aberrante e infine nello spettacolo di morte conosciuto come Santa Inquisizione; ma parlare di pornografia è inesatto, dal momento che l'unico amplesso mostrato è il suddetto, dove il ruolo maschile è quello di un simulacro; non abbiamo dubbi sul valore che i cristiani danno alle loro statue (e ai loro Fantasmi, V. post prec.) e tuttavia in ambito strettamente grafico l'etichetta non è quella giusta.

Certamente, The devils è un film tosto, da questo punto di vista, perché la messinscena è potente e spettacolare anche grazie all'art direction di Derek Jarman e alla bravura degli interpreti, in primo luogo dell'imperturbabile, implacabile prete sciupafemmine Urbain Grandier

Oliver Reed

e ad alcuni personaggi

Murray Melvin

che rispecchiano alla perfezione la perversione, l'ipocrisia e la malvagità dell'ambiente ecclesiastico, con una menzione particolare per Michael Gothard, spietato inquisitore con un ingannevole aria hippy

e il simpatico Brian Murphy

(che ricordiamo come George assieme a Mildred) negli inediti panni dell'aguzzino.
Dopo questa valanga di turpitudini carnascialesche, tutta la parte finale con il supplizio di Grandier cade come un sipario realistico sulla dimensione allucinatoria del film, e anche qui la bravura di Reed è notevole fino all'ultimo -letteralmente- respiro.

Non posso proprio dire che The devils sia un brutto film; anzi. Per scoprirlo occorre soltanto la forza d'animo di guardare per 111 minuti questa sarabanda di fantasie erotiche malate, suore nude indemoniate, intrighi e torture medievali; credo che nessun altro regista sarebbe stato in grado di mettere in scena con altrettanta efficacia la demenza, la mania e la isteria religiose. Il fatto che nessuna di queste cose sia in qualche modo piacevole, per non dire attraente, per una persona d'insania media (non-religiosa) non toglie nulla al valore dell'opera. Giudizio: forte.

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