06/03/10

Peste e corna

Il primo capitolo non mi era piaciuto, e il motivo per cui mi sono scaricato il secondo


Hellboy II: The golden army di G. del Toro (2008)

è nel titolo stesso, e nell'attrazione per l'artificio meccanico in relazione al Nobile metallo; c'è qualcosa di magico in questo connubio, che purtroppo non sembra interessare il film oltre la sua superficie scintillante e ultra-computeristica. Spettacolare in ogni dettaglio di production design, questo fumettone ci regala anche qualche bel tomo degno di nota, o meglio, di fotogramma:





ma una volta esauriti i tizi strambi, i trucchetti digitali, e sparati tutti i fuochi artificiali possibili e immaginabili -con un'ulteriore overdose di combattimenti superveloci- e infine sgominata in 4 e quattr'otto tutta la temibile armata del titolo, ci rimane la medesima sensazione di vuotezza della prima volta, di un altro oggetto bello a vedersi nella sua commistione di fumetto, fiaba, occultismo, folklore, horror biblico e steampunk, di una mostruosità filmica alla quale manca soltanto il piccolo dettaglio di una anima; la quale da sola può reggere ore e ore di film con un notevole taglio al budget. Non so quale genere di adulto senta risvegliarsi il bambino in sé seguendo le avventure indiavolate di questo diavolo mancato, ma tanto per cambiare il Vs. blogger non appartiene a quella categoria, quindi avrei impiegato meglio quei 72 milioni di dollari anche dopo essermene bevuti un paio.

Dulcis in fundo, memore di quel documentario basato sulla teoria complottistica dei Massoni Illuminati e Satanisti nelle produzioni Hollywoodiane (che, fra gli altri, citava anche Ron Pearlman) trovo che nel protagonista-titolo di questo film potrebbe nascondersi -piuttosto malamente, in effetti- un indizio a riguardo, e osservando la gestualità dei personaggi tra un pugno, un fendente e un colpo di pistola, colgo qualche attimo enigmatico:




Come sempre, non c'è un limite certo all'inverosimiglianza di quella che viene definita realtà; quello che possiamo prendere per certo è che questo gesto non è qualcosa di comune e di spontaneo durante un dialogo, o in un qualsiasi altro momento e che, qualsiasi cosa possa significare in questo contesto, sta a significare qualcosa.

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Dalla homepage di IMDB, solo per Voi, quel raro esempio di bruttura muliebre che avevamo già avuto il dispiacere di notare nello spiacevole The dark knight (V.), Maggie Gyllenhaal:


al cui confronto i mostri che combatte Hellboy sembrano degli adorabili cucciolotti. Non è solo per farvi dispiacere che la ri-pubblico qui, ma perché la ritengo una valida prova fotografica del degrado totale a cui siamo costretti ad assistere; questa non è una panettiera o un'impiegata delle poste, il suo mestiere è farsi ammirare da un pubblico che sborsa milioni di dollari al giorno; se anche fosse una attrice "degna dell'Oscar" quante migliaia di attrici "degne dell'Oscar" potremmo rimediare, che fossero anche degne di uno sguardo? Questa specie di donna ha 11 anni meno di me, e ne dimostra 11 in più... E' lei la nostra nuova eroina, il nuovo manifesto della Disperazione vivente; spero almeno che abbia in progetto un horror, perché una volta tanto potrei avere paura.

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