Tutto questo risale ad un punto imprecisato, nella dimensione teorica che si chiama "passato"; ad un momento che posso collocare a spanne tra quello più positivo e il più negativo della mia esistenza, in termini di sensazione (quello che in un linguaggio cine-romanzesco si definisce amore). Nei primi anni '90, quando la realtà virtuale era agli esordi; quando sul mio primo computer, questo
(!!!)
avevo disegnato i miei storyboards un pixel per volta -erano tutti pixel neri- e l'avvento dell'Intel 386, con tutti i suoi colori, mi aveva proiettato nella dimensione video-ludica di Doom II
e Monkey Island...
Proprio allora, l'intuizione di un parallelo che anni dopo avrei visto trasformato nella saga filmica di Matrix, prendeva forma nella mia mente, mentre cercavo disperatamente di renderla in un'opera letteraria dal titolo File Omega. Quella cosiddetta realtà virtuale, che nell'arco di questi due videogiochi aveva resa accessibile all'utenza informatica l'illusione senza pari di una "terza dimensione" (senza contare tutto il tempo sprecato giocandoci) suggeriva l'esistenza di una o più dimensioni ancora ignote, come quelle che sembravano apparire magicamente osservando i primi stereogrammi, pubblicati allora soprattutto su libri e riviste
Credo che proprio allora, malgrado le mie romanzesche velleità, cominciassi a comprendere come l'idea stessa della mia presenza in fondo ai cieli superasse di gran lunga le mie più sfrenate fantasie psichedeliche, e che la realtà virtuale di cui scrivo Qui, ancOra, era di fatto molto più degna di considerazione per me, in quanto tale, di qualsiasi invenzione destinata ad ogni possibile lettore. Dai contenuti di questo blog appare ovvio come la mia ricerca in questo senso sia proseguita senza sosta, attraverso la conoscenza di un aspetto sacrale della mia intuizione espresso dalla Tradizione Esoterica (Induista e Buddhista) come "illusione materiale" (V. post precedenti) e nella perfetta corrispondenza tra questi principi teorici e l'azione psichedelica ("rivelatrice dell'anima") esercitata da svariate sostanze sperimentate allora.
Come per gli stereogrammi, è soltanto una questione di come guardare le cose; nel tempo, diviene un modo di vedere le cose, così come dopo aver scoperto "il trucco" degli stereogrammi siamo in grado di vederli senza particolari sforzi, semplicemente mettendo in pratica una tecnica di osservazione dell'immagine che abbiamo in qualche modo appresa, pur senza conoscerne il funzionamento. Oggi, dunque, un qualsiasi momento della mia esistenza si può trasformare in una Apocalisse (gr. rivelazione), attraverso l'osservazione diretta della virtualità materiale attorno a me, all'interno di questo multi-gramma cosmico che oggi viene definito "paradigma OLO-grafico"
Sempre un genere di realtà virtuale più facilmente accessibile all'utenza di quella in cui è immersa, come nelle immagini frattali di cui ho scritto in precedenza qui, e che pubblico qui su deviantArt, recentemente mi ha rivelata la struttura frattale (ovvero, divisa) di questo universo nei più intimi dettagli di forme, movimenti, e superfici (textures) attraverso la possibilità di modificarli tutti, nell'insieme, modificando i valori della singola parte; è ciò che altrove chiamano "teoria del campo unificato", riferendosi alle diverse forme (densità, o frequenze) energetiche, e che nelle composizioni frattali vediamo applicata virtualmente a qualsiasi struttura, che spesso finisce per sembrare qualcosa di origine naturale (riproducendo gli elementi di base). Tra lo stereo-gramma e l'olo-gramma frattale sono trascorsi almeno tre lustri, mentre il concetto stesso di "tempo", quale "quarta dimensione" contenitrice delle tre che definiscono l'apparente solidità di questo mondo, è stato ri-dimensionato in conseguenza alla continua, infinita rivelazione, e alla reiterazione del "loop quotidiano" a cui è sottomesso l'individuo in fondo ai cieli.
La mera consapevolezza dell'illusione non può determinare una modificazione essenziale della stessa -al di là del momentaneo "strappo" che si produce in uno "stato alterato", dal sogno all'intossicazione al cerimoniale magico- mentre sicuramente modifica -in un "tempo" virtualmente più esteso- la capacità di comprendere l'illusione stessa, interessando in vario grado tutti i processi intellettivi che si considerano in genere come conseguenze dell'esperienza, mentre sul preoccupante scenario solipsistico come nella formulazione magica tendono a rivelarsi all' origine dell'esperienza stessa. In questo mondo di parole, la differenza tra la parola (o termine) e la cosa che essa definisce è puramente virtuale; il "pensiero" costituito da una parola o sequenza di parole, alla base della tradizione cabalistica in part. e di ogni tipo di "magia" in generale, ha dunque una relazione diretta con la "materia" che la parola (assimilabile in quest'ottica al famoso logos dei cattolici) rende comprensibile e quindi reale in un meccanismo psichico sottomesso al paradigma materialistico.
Tutto questo risale ad un momento imprecisato, tra l'inizio e la fine di quell'Amore che rivela la natura femminile delle Cose di questo mondo, in cui sul mio vecchio Mac scrivevo "La formula della pietra filosofale"; accuratamente trasposta su un floppy-disk da 3.5'', e inesorabilmente perduta. Tutto questo riguarda un Osservatore che giorno dopo giorno espande la propria consapevolezza rinunciando al così detto piacere, a partire da quello che interessa qualsiasi essere fatto di carne, della carne. Qui dunque, e Ora, osserviamo con un solo sguardo pensieri e azioni, attraverso le parole dell'Osservatore all'inizio del suo terzo ciclo di Rigenerazione cellulare, e a un solo passo dal termine di un Ciclo cosmico (o maiuscolo).
Quando la simpatia magnetica per tutti quegli esseri che Lei (...) rappresenta in fondo ai cieli è ad un minimo storico che paradossalmente corrisponde alla piena maturità dell'individuo scrivente, e l'antico ideale della Compassione emerge per necessità, rivolta alla donna come a tutti i figli della donna in fondo ai cieli, per contrastare un sentimento di disprezzo universale che non può esistere al di fuori di un romitaggio in compagnia di un gatto (alternativa possibile per due anni soltanto, nel mio caso) o di qualsiasi altra creatura non-logosferica sulla faccia della Terra (con ogni lecito dubbio per gracule, pappagalli e affini :)
Quello che esprimo in quest'ultima, definitiva forma diaria del mio essere (Jasper Thompson, o Jack Daw, ma soprattutto Lexy Lex) è infine una testimonianza diretta di tutte quelle possibilità che si presentano quotidianamente alla luce di questa consapevolezza intima, personale, all' interno di questa dimensione che ho già ri-definita come gioco, scherzo, film, sogno e vita indifferentemente, trattandosi in primo luogo di parole, e descrivendo di fatto un genere di realtà virtuale che la moderna quantistica come la antichissima Tradizione esoterica tendono inesorabilmente a ri-conoscere come tale, e che ugualmente esperiamo Qui e Ora come l'unico genere di realtà accessibile nel mondo delle parole. Il motivo per cui scrivo Qui, e Ora, è il motivo per cui ci sono; la formulazione di questi "pensieri" che riguardano il mio essere scrivente/ virtuale, e che coinvolgono ogni aspetto del mio essere umano, è l'applicazione di una conoscenza che possiamo definire soltanto come magia, eludendo la logica materiale che sappiamo "in verità" derivare da essa. Che non è appresa, o scoperta, ma sempre riconosciuta all'interno dell' Ordine Naturale; è un percorso solitario, che unisce ogni punto del Tutto all'Altro.
Tutto questo porta a considerare che il primo vero passo verso una possibile evoluzione dell' essere umano e della umanità (che alcuni chiamano "passaggio dimensionale") dovrà per forza di cose superare i confini di questa falsa logica, della codificazione ideale in simbolo materiale, che in termini più prosaici è la parola; lo farà in favore di un sistema di comunicazione immediato -che escluda cioè il medium linguistico, espressione del pensiero- cosa che nella nostra abissale ignoranza sappiamo appartenere al Regno Animale, e che al momento dobbiamo accontentarci di chiamare telepatia. Non è un tema familiare nemmeno per me, e allo stesso tempo non è una conclusione logica, quanto una mera osservazione dei fatti: i richiami, i segnali, e ogni altra manifestazione sonora che viene trasmessa dalle altre specie è un genere di espressione che ha poco o punto da spartire con i codici alfabetici e i mass-media degli umani. Allo stesso modo, tra le altre specie riconosciamo un Ordine che è escluso da principio all'individuo alfabetizzato, all' interno della costante tempesta mediatica delle logosfere concentriche in cui è rinchiuso; l'episodio biblico della Torre di Babele non è che una versione allegorica di una catastrofe reale, i cui colpevoli sono tutt'ora al fianco dei governanti di questo mondo; abbiamo soltanto indizi, che riguardano il Sapere perduto dell'uomo.
La prima cosa da evitare, per quanto mi riguarda, è anche la medesima qualità che possiamo riconoscere facilmente nell'essere femminile
la instabilità, la labilità, l'assenza di controllo del costante flusso di energia che costituisce ogni livello del nostro essere, dall'insensibile "anima", attraverso sensazioni ed emozioni e ogni de-codificazione artificiale (a partire dalla psiche del linguaggio moderno, che in Greco antico definiva proprio la anima), fino alla manifestazione inferiore, grossolana, che percepiamo come materia.
Tutto questo è, in essenza, Energia differenziata; non possiamo nemmeno sognarci di comprendere la Illusione Materiale senza considerare tutti quegli aspetti dell'essere umano che in questa Logosfera sono costretti nei confini delle più disparate specializzazioni di ogni così detta scienza più o meno riconosciuta come tale, dalla astronomia all'astrologia, e dall' occultismo alla neurogastroenterologia. Non si tratta di concentrarsi su di un oggetto esteriore, un punto astratto, se non che consideriamo l'astrazione del punto che rappresentiamo quali unità vitali, individuali MA frattali; non si tratta di ri-conoscere l'individuo particolare, e ogni possibile significato della sua esistenza in fondo ai cieli, se non che riconosciamo la particolarità di ogni individuo che sia possibile considerare Qui e Ora.
E' ovvio: perché le donne PARLANO tanto?
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