16/03/10

Cheers

Chi ha scritto questa roba è anche l'autore dei dialoghi di My Winnipeg (V.); e a differenza di quello, che per quanto godibile non si può definire comico, qui ogni tanto si ride:

The saddest music in the world di G. Maddin (2003)
☻☻

Nella scena qui sopra, ad es., abbiamo una vera e propria lezione di comicità: se il protagonista della gag fosse un tizio qualsiasi, non ci sarebbe niente di buffo; peggio ancora se fosse un tizio qualsiasi sospetto di ebbrezza o malattia mentale ma, trattandosi invece di una signorina elegante e dai modi urbani (anche se dice di avere un legame psichico con la sua tenia), il fatto che al congedarsi del suo ganzo per "una mezz'ora" lei si stenda sulla neve per "fare un pisolino" è davvero esilarante... Probabilmente non lo è per gli abitanti di Winnipeg, che come ormai sappiamo sono in gran parte sonnambuli:

e non è questo l'unico motivo per esser lieti di non abitarci.
TSMITW sembra non contenere elementi autobiografici come quelli che si potevano sospettare (a partire dal titolo) in My Winnipeg; lo scenario -perennemente innevato- è lo stesso, ma l'epoca è quella del proibizionismo Americano, quando negli U.S. i gestori di speakeasies si arricchivano alle spalle degli assetati, mentre in Canada la birra scorreva a fiumi; qui si svolge il bislacco agone musicale che vedrà premiata la melodia del titolo

Africa batte Canada: i vincitori si godono un bagno nella birra

e si rivivono in flashback le tragedie che portarono all'amputazione delle gambe della bella di turno, la baronessa della birra Lady Helen Port-Huntley (Isabella Rossellini), a cui infine vengono provvisti degli arti degni di tanta assurdità:

di vetro, e colmi di spumeggiante birra Canadese.

Il film è un "falso muto", che riproduce la sostanza filmica d'epoca con pellicola sgranata, vignette, sfocature, un tocco di ex-pressionismo Tedesco

brevi esplosioni di colore, e qualche sublime proiezione in trasparente

A differenza di quanto avevamo letto, questo titolo di Maddin è già molto più accessibile del precedente (e cronologicamente successivo), e l'inevitabile eccesso di bizzarria che può derivare dal freddo intenso o dal sonnambulismo non ci priva del gusto di un paio di sane risate.

Almeno in questo caso non vogliamo sospettare del solito simbolismo diabolico vedendo questa scena, quando la Rossellini accompagna il gesto con l'inequivocabile epiteto:


cuckold
(curnuto)

Sono già in via di pescaggio Dracula: pages of a virgin's diary e Brand upon the brain

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